Prima polemica nel neo governo Conte. Fontana "Le famiglie arcobaleno non esistono". Le associazioni Lgbt insorgono contro il ministro
E' già polemica sulla prima uscita pubblica del ministro della Famiglia del governo Conte.
In interviste a diversi quotidiani Lorenzo Fontana indica le sue priorità: arrivare a più nascite, con incentivi di vario tipo a chi fa figli, e meno aborti, potenziando i consultori e dissuadendo le donne dal fare questa scelta. Ma a far discutere è soprattutto una frase: le famiglie arcobaleno "non esistono". Parole che fanno insorgere le associazioni Lgbt e l'opposizione. E che soprattutto provocano la prima fibrillazione nel governo.
Ne prende nettamente le distanze lo stesso vicepremier Matteo Salvini: "Fontana è libero di avere le sue idee" ma "non sono priorità e non sono nel contratto di governo". E alla fine di una giornata difficile il ministro finito nella bufera parla di una "polemica strumentale". Nelle interviste comparse su quattro giornali Fontana è prodigo di dettagli sulle sue intenzioni. Spiega che il primo punto da affrontare è la natalità perche "è a rischio la tenuta sociale", visto che "si sta invertendo la piramide fra anziani e giovani. Anche economicamente -sostiene- la situazione è insostenibile. Si dice che l'Europa che invecchia abbia bisogno di immigrati. Io credo invece che abbia bisogno di rimettersi a fare figli".
Quanto agli incentivi, "si potrebbe pensare a un aumento degli assegni familiari o alla riduzione dell'Iva sui prodotti per i neonati. Oppure, visto che vogliamo la flat tax, applichiamola subito ai nuclei con almeno tre figli". Fontana pensa a maggiori risorse pure per potenziare i consultori e disincentivare le interruzioni volontarie di gravidanza, anche se nota da "cattolico" che "purtroppo" nel programma di governo non c'è la riduzione del diritto all'aborto. E sulla sua idea di famiglia non lascia spazio ai dubbi: "credo che la famiglia sia quella naturale, dove un bambino deve avere una mamma e un papà". Quelle arcobaleno "per la legge non esistono in questo momento". Tuttavia "nel programma che è stato steso con i 5 Stelle non si sono, volutamente, toccati i temi etici. E io rispetterò quel programma".
"Promettono il cambiamento e ci propinano l'antiquariato: caro Premier, così si inizia proprio male" reagisce l'Arcigay che punta l'indice su parole che sembrano tratte da "un giornale di mezzo secolo fa" e chiede a Conte di istituire invece il ministero delle Pari opportunità. Il leader storico del movimento Lgbt Franco Grillini definisce reazionario il ministro e le famiglie Arcobaleno si dicono "esterrefatte": "esistiamo e porteremo avanti le nostre istanze, senza passi indietro". "Siamo pronti alle barricate", assicura anche Imma Battaglia. Reagisce anche l'opposizione. "Le famiglie arcobaleno esistono. E sono bellissime", scrive in un tweet Matteo Orfini (Pd). Monica Cirinnà, "madre" della legge sulle unioni civili trova "gravissimo che un ministro della Repubblica neghi la realtà" e invita Fontana a "non disconoscere la Costituzione" e ad essere "il ministro di tutti non solo della sua parte politica".
E Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana parla di ritorno al "medioevo". Dal centrodestra parla Giorgia Merloni: "sarò d'accordo con Fontana se vuole rendere la pratica dell'utero in affitto, che è abominevole, un reato universale e stabilire il divieto di adozione per le coppie gay". Mentre si schiera senza riserve con Fontana Maurizio Gasparri. Il ministro nella bufera riduce il caso a polemiche strumentali, ribadendo che il suo obiettivo è promuovere la natalità: "pensavo di dire una cosa condivisa", si sfoga, ma "evidentemente a qualcuno dà fastidio se uno è cattolico".