Governo. Fiducia al Senato. Oggi alla camera. Conte "Populisti? Ascoltiamo la gente"
L'Aula del Senato dà la fiducia al governo Conte.
I sì sono sono stati 171, 117 i no, 25 gli astenuti. Domani sarà la volta della Camera. Tre senatori a vita si astengono sul voto di fiducia, mentre due sono in congedo: Giorgio Napolitano e Carlo Rubbia. E Renzo Piano è assente. Si sono astenuti Mario Monti, Giuliana Segre, Elena Cattaneo. "E' andata molto bene anche per quanto riguarda i numeri", ha detto il premier commentando con i cronisti fuori di Palazzo Madama. Conte ironizza poi con Renzi sul suo essere "collega" in quanto premier non eletto e ai giornalisti che lo attendono fuori Palazzo Madama replica: "E' professore lui?". Accompagnando le parole con una smorfia.
Un discorso di 75 minuti che ha confermato punto per punto il contratto di governo siglato tra Lega e Cinque stelle. Confermando l'appartenenza all'alleanza atlantica e il rispetto dei parametri europei, in una Ue più equa. Ma anche riorientando la politica estera italiana verso Mosca. Giuseppe Conte si è preso la scena parlamentare elencando a Palazzo Madama le priorità dell'esecutivo che sta nascendo. Partendo da una duplice premessa: il contratto è "una pagina scritta che vincola" e per il Paese ora "soffia un vento nuovo". Conte terrà la delega ai servizi segreti.
E poi nessun imbarazzo nell'autodefinirsi "populista e anti-sistema". "Se populismo è attitudine ad ascoltare i bisogni della gente, allora lo rivendichiamo", ha garantito tra gli applausi. Un'ora un quarto nella quale il premier ha detto che procederà con "umiltà e con determinazione" lanciando il "daspo" e l'agente sotto copertura contro i corrotti, l'inasprimento delle pene per alcuni reati come la violenza sessuale, il carcere per i grandi evasori, la riforma della legittima difesa, i tagli alle pensioni d'oro, la riforma della prescrizione e tanto altro.
Le parole del presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte sulla rimozione delle sanzioni alla Russia sono "positive" ma per ora "non sopravvalutiamo i segnali che arrivano da Roma", ha detto il presidente della commissione Affari Esteri del Senato Konstantin Kosachev citato da Interfax. "L'Italia è parte integrante dell'Unione Europea e i leader dell'Ue hanno modi per influenzare qualunque paese membro: sappiamo benissimo come i leader di altri stati hanno fatto dichiarazioni simili ma quando poi arrivava l'ora di votare anche i più 'sovversivi' non hanno rotto le righe".
"Sulla giustizia un discorso pessimo, siamo preoccupati: il premier si era definito 'avvocato del popolo', ma se le proposte sono l'aumento delle pene, nuove carceri e processi più lunghi, sono ricette vecchie che guardano al passato, non al futuro, e che non servono". E' la posizione del presidente dell'Unione camere penali italiane, Beniamino Migliucci. "Conte - spiega - ha detto che intende rivedere la prescrizione, ma questo allungherà i processi". E "con l'aumento delle pene si cerca di ottenere un consenso facile".
POLITICA ESTERA: SI APRE A RUSSIA, VIA LE SANZIONI - Il premier Conte assicura "la convinta appartenenza all'Alleanza atlantica, con gli Stati Uniti d'America quale alleato privilegiato". Ma annuncia "una apertura alla Russia, che ha consolidato negli ultimi anni il suo ruolo internazionale in varie crisi geopolitiche" e si cercherà "una revisione del sistema delle sanzioni". Più "ortodossa" la posizione europea: "l'eliminazione del divario di crescita tra l'Italia e l'Unione Europea è un nostro obiettivo, che dovrà essere perseguito in un quadro di stabilità finanziaria e di fiducia dei mercati".
IMMIGRAZIONE: NOI MAI RAZZISTI MA BASTA BUSINESS -Dopo aver assicurato che l'Italia "chiederà con forza il superamento del regolamento di Dublino", Giuseppe Conte ha parlato a lungo di immigrazione premettendo che non sarà un governo "razzista". Ma si fermerà il "business degli immigrati", ci saranno procedure efficaci di identificazione e si renderanno "effettive le procedure di rimpatrio". "Cambia che metteremo fine al business dell'immigrazione, cresciuto a dismisura sotto il mantello di una finta solidarietà", ha garantito tra gli applausi della sua maggioranza.
FISCO: FLAT TAX E CARCERE PER GRANDI EVASORI - Il premier le ha definite "misure rivoluzionarie". Si tratta dell'ormai conosciuta Flat tax, ovvero usando le sue parole, "una riforma fiscale caratterizzata dall'introduzione di aliquote fisse, con un sistema di deduzioni che possa garantire la progressività dell'imposta, in piena armonia con i principi costituzionali". Misura che verrà accompagnata con l'inasprimento "dell'esistente quadro sanzionatorio amministrativo e penale, al fine di assicurare il carcere vero per i grandi evasori".