Un mese fa il crollo del viadotto Morandi a Genova. Mattarella "Per Genova cose concrete".
Genova non attende auguri o rassicurazioni ma la concretezza delle scelte e dei comportamenti". Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un intervento sulla Stampa e Secolo XIX a un mese dal disastro che ha colpito il capoluogo ligure, facendo 43 vittime nel crollo del Ponte Morandi: la città "è stata colpita da una tragedia inaccettabile" e "ricostruire è un dovere. Ritrovare la normalità, una speranza che va resa concreta. Bisogna farlo in tempi rapidi, con assoluta trasparenza, con il massimo di competenza".
Genova - scrive il Capo dello Stato - "è stata colpita da una tragedia inaccettabile" ma l'immagine che la città ha dato di sé, "in quei giorni di lutto e di smarrimento non è stata soltanto di profondo dolore, ma anche di grande solidarietà e di forza d'animo": "Una città colpita duramente, negli affetti, nella memoria, nella funzionalità, nella sua stessa essenza di metropoli dinamica e moderna, aperta al mondo e al futuro, è stata capace di non cadere nella disperazione".
"Quella stessa solidarietà, alta, responsabile, coraggiosa, disinteressata, che ha caratterizzato i genovesi e i soccorritori", afferma il presidente della Repubblica, è "la chiave di volta per superare la condizione che si è creata".
E "serve un impegno collettivo, nazionale e locale, pubblico e privato", aggiunge Mattarella nel suo intervento, "ricostruire è un dovere. Ritrovare la normalità, una speranza che va resa concreta. Bisogna farlo in tempi rapidi, con assoluta trasparenza, con il massimo di competenza. Con unità di intenti e visione lungimirante. Partendo dal ricordo delle vittime, dai bisogni primari di quei
cittadini che hanno perso tutto. E accompagnando via via la ripartenza con provvedimenti che sostengano l'impegno dei cittadini, delle imprese, del mondo del commercio e dell'economia".
Dopo un mese cosa si conosce delle cause del crollo
Il crollo del ponte Morandi a Genova potrebbe esser stato determinato da "una serie di concause" e non solo dalla rottura di uno strallo. Così Roberto Ferrazza, presidente della commissione ispettiva istituita dal ministero delle Infrastruttura e dei Trasporti per fare luce sulle cause del crollo della campata centrale del ponte Morandi.
"Il ponte si è prima piegato e poi è caduto", ha detto al termine del sopralluogo sulle macerie del ponte. "Ci sono stati diversi fattori che hanno determinato il crollo del viadotto".
Non è ancora chiara la dinamica del disastro. Da subito l'attenzione si è concentrata sugli stralli, i tiranti trasversali in cemento armato. Non si conosce, però, "quale sia stato l'innesco della dinamica". In base ai primi rilievi condotti sul posto, l'architetto Ferrazza spiega che "il ponte non è caduto nella sua proiezione: prima si è storto, poi è caduto". Occorrerà, dunque, individuare quale sia stato l'elemento che si è rotto per primo, innescando il crollo. Gli stralli saranno oggetto di approfondimento, così come le solette e i materiali da costruzione. "Bisognerà lavorare ancora sul posizionamento e ribaltamento delle macerie, considerando che c'è stata una rottura che ha provocato un movimento della struttura non equilibrato".