Lega e M5S trovano l'intesa con Tria. Deficit al 2,4%

di redazione 27/09/2018 POLITICA
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"Accordo raggiunto con tutto il governo sul 2,4%. Siamo soddisfatti, è la manovra del cambiamento». Matteo Salvini e Luigi Di Maio, poco dopo le 21 dell'ultimo giorno utile, annunciano l'intesa faticosamente raggiunta sulla nota di aggiornamento al Def. In una dichiarazione congiunta, mentre a Palazzo Chigi incomincia il consiglio dei ministri inizialmente fissato alle 20 e poi slittato di oltre un'ora, i leader di Lega e M5S cantano vittoria: portano a casa le misure simbolo del contratto gialloverde, dal reddito di cittadinanza al superamento della Fornero, passando per l'aliquota al 15% "per più di un milione di lavoratori". Piegata, dunque, la resistenza del ministro dell'Economia Giovanni Tria che non riesce a difendere non solo la trincea virtuosa dell'1,6% ma neppure quella del 2, nonostante il rischio altissimo di una bocciatura della legge di bilancio italiana da parte della Commissione europea.


I contenuti dell'accordo, ancor prima che il consiglio dei ministri lo approvi, vengono anticipati da Salvini e Di Maio. Il leader della Lega è il più veloce: "Tasse abbassate al 15% per più di un milione di lavoratori italiani, diritto alla pensione per almeno 400.000 persone e altrettanti posti di lavoro a disposizione dei nostri giovani superando la legge Fornero, chiusura delle cartelle di Equitalia, investimenti per scuole, strade e Comuni. Nessun aumento dell’Iva. Pienamente soddisfatto degli obiettivi raggiunti» dichiara Salvini. L'alleato cinquestelle esulta pochi minuti dopo: "Abbiamo portato a casa la manovra del popolo che per la prima volta nella storia di questo Paese cancella la povertà grazie al reddito di cittadinanza, per il quale ci sono 10 miliardi, e rilancia il mercato del lavoro anche attraverso la riforma dei centri per l’impiego. Restituiamo futuro a sei milioni e mezzo di persone. Via libera anche alla pensione di cittadinanza. E con il superamento della Fornero chi ha lavorato una vita può finalmente andare in pensione liberando posti di lavoro per i nostri giovani, non più costretti a lasciare il nostro Paese per avere un’opportunità" afferma Di Maio. Subito dopo, mentre i parlamentari e i M5S si mobilitano per festeggiare sotto Palazzo Chigi la "manovra del popolo", aggiunge: "Non restano esclusi i truffati delle banche, che saranno risarciti con un Fondo ad hoc di 1,5 miliardi".

IL VERTICE IN DUE TEMPI
La fumata bianca arriva al termine di un lunghissimo vertice a Palazzo Chigi. Un vertice in due tempi. Il primo tempo, iniziato attorno alle 16, si gioca tra il premier Giuseppe Conte - di ritorno dagli Stati Uniti - e i due vicepremier che non arretrano dalla richiesta di fissare l’asticella del deficit 2019 al 2,4-2,5%. Nella seconda parte, in scena a partire dalle 19, si tratta anche con Tria. Dal vertice, a cui partecipa anche il ministro degli Affari europei Paolo Savona, filtrano sin dal tardo pomeriggio indiscrezioni su un "clima buono" e su "un accordo vicino". Ma è solo all'ora di cena che i due leader della maggioranza gialloverde ufficializzano l'intesa sul 2,4%.

La giornata campale, in verità, inizia già in mattinata con il vicepremier M5S che smentisce di aver chiesto le dimissioni del ministro dell'Economia: "È in corso una discussione senza dogmi, né paletti e stiamo discutendo per avere il meglio per i cittadini italiani. Ci sono delle differenze di vedute che dobbiamo superare" afferma Di Maio, pur confermando la volontà di "non arretrare di un centimetro né farci ingannare dai numeri".

La Lega, abbandonato l'atteggiamento più defilato sui numeri, appoggia la linea grillina sullo sforamento del deficit. E alza i toni. Tanto che il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, è arrivato a dire durante la trasmissione Agorà: "Se Tria non è più nel progetto, troveremo un altro ministro dell'Economia". E poi: "Riteniamo che stare dentro il parametro del 3 per cento e arrivare al 2,4-2,6 per cento non sia una tragedia". Mentre Salvini aggiunge: "I numerini me li gioco a lotto o a tombola. Sforiamo il due per cento per la felicità di milioni di italiani"


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