Manovra finanziaria. Bruxelles la respinge e chiede nuova bozza entro 3 settimane. Il Governo "nessun piano B"
La Commissione Ue ha deciso di respingere il Documento programmatico di bilancio italiano e di chiederne uno nuovo, che dovrà essere inviato entro tre settimane a Bruxelles.
STRASBURGO - Il commissario europeo per gli affari economici Pierre Moscovici e il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis terranno una conferenza stampa a Strasburgo alle 15.30. L'appuntamento è stato fissato per illustrare i contenuti delle decisioni che saranno prese poco prima dall'esecutivo europeo nell'adottare i pareri sui progetti di bilancio dell'Italia e degli altri Paesi a cui la scorsa settimana Bruxelles ha chiesto chiarimenti.
"Non si risolvono i problemi con le dichiarazioni di guerra a destra e a manca, anche perché l'ultima dichiarazione di guerra dell'Italia non ha portato molta fortuna ai cittadini". Così il presidente del PeAntonio Tajani sulla manovra. "Sarebbe più prudente lavorare per ottenere dei buoni risultati - aggiunge -. Credo sia giusto modificare questa manovra per avere più crescita, meno pressione fiscale, più aiuti alle imprese e più aiuti per realizzare infrastrutture, altrimenti la guerra invece che farla a Bruxelles la si farà ai cittadini italiani".
La mossa era prevedibile dopo lo scambio di lettere tra l'esecutivo europeo, rappresentato dagli 'addettì alle questioni economiche Dombrovskis e Moscovici, e il Tesoro italiano. Una prima missiva targata Ue aveva chiesto a Roma di rivedere i contenuti del progetto di bilancio, in considerazione che la previsione di un deficit/Pil al 2,4% nel 2019 (per altro con una previsione di crescita dell'economia all'1,5% sulla quale in molti hanno espresso dubbi) avrebbe generato una "deviazione significativa" dalla traiettoria concordata sui conti pubblici. Un cambio di rotta non ammissibile, per un Paese con il debito oltre il 130% del Pil.
A quel richiamo, il governo ha deciso di fare spallucce: pur ammettendo di aver scritto un documento che rigetta gli impegni presi in passato, il ministro Tria ha definito indispensabile la scelta per riportare l'Italia alla crescita sostenibile.
Ma - stando a quanto ricostruito a Strasburgo - le posizioni si sono compattate contro la richiesta ulteriore di sforamento italiano ed evitare l'"opinione negativa" che mette l'Italia dietro la lavagna è diventato impossibile anche per i fautori della linea morbida. Alle ragioni strettamente tecniche - spesa pubblica in aumento eccessivo, assenza di rassicurazioni sul calo del debito e target di bilancio in genere - si sono sommate dunque le pressioni politiche che hanno messo la posizione di Lega e M5s in un vicolo cieco. A questo punto, se l'Italia non si vorrà adeguare alla nuova richiesta di revisione, rischia di aprirsi una procedura per il debito tricolore che potrebbe a sua volta portare a sanzioni e in ogni caso a una stretta sorveglianza sulle finanze pubbliche.
Stando alle dichiarazioni che sono arrivate in giornate dall'Italia, non sembra nell'agenda del governo un cambio di orientamento sulla Manovra. "Non esiste alcun piano B. Ho detto che il deficit al 2,4% del Pil è il tetto. Questo sarà il nostro tetto. Siamo pronti forse a ridurre, ad operare una spending review, se necessario", ha detto il premier Giuseppe Conte, intervistato da Bloomberg Tv. Provando a tenere il punto - quando già si sapeva che Strasburgo avrebbe bocciato la Manovra, il presidente del Consiglio premier, da oggi pomeriggio in Russia dove domani incontrerà Vladimir Putin, ha spiegato prima del verdetto ufficiale che non avrebbe mai accettato modifiche sostanziali. Certo, rassicurando sul futuro europeo dell'Italia: "Dovete considerare che non siamo giocatori d'azzardo che scommettono sul futuro dei propri figli alla roulette. Questo esecutivo non accompagnerà l'Italia fuori dall'Europa. Ci sentiamo a casa in Europa e pensiamo che l'euro è e sarà la nostra valuta, la valuta di mio figlio che ha 11 anni e quella dei miei nipoti". Ma nessun cedimento, per ora, sul tetto del 2,4: "Siamo pronti forse a ridurre, ad operare una spending review, se necessario".
A dargli man forte, con più determinazione, i due vicepremier: "Abbiamo previsto un budget di 15 miliardi di investimenti e non toglieremo un solo euro" ha affermato Matteo Salvini in missione lampo a Bucarest. E l'altolà della commissione Ue? "Alla Ue risponderemo cortesemente. Io - ha aggiunto il leader leghista - andrei ad incontrare anche domani Juncker, per spiegargli come l'Italia crescerà, ma nessuno toglierà un euro da questa manovra. L'unico organismo che potrà migliorare la manovra economica italiana è il Parlamento italiano". Luigi Di Maio, da Roma, è stato altrettanto categorico: "La stima di crescita ci sarà e non vogliamo andare a rivedere i termini della manovra perché quella stima è esatta. Perché non ci sono troppe spese in questa legge di bilancio ci sono tanti tagli alle cose inutili".