E' il giorno delle manifestazioni per il clima. Migliaia di studenti e di giovani in piazza in tutto il mondo. "Salviamo il pianeta"

di redazione 15/03/2019 AMBIENTE
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Migliaia di studenti scenderanno in piazza oggi, in 150 Paesi, per lo "Strike4Climate", manifestazione che sostiene la battaglia in difesa del clima dell'attivista 16enne svedese Greta Thunberg, promotrice delle marce di giovani in tutta Europa. La giovane è stata proposta da tre parlamentari norvegesi per il premio Nobel per la Pace. "Non c'è più tempo, anche gli adulti devono agire", dice la ragazzina e fa appello ai suoi coetanei: "Mobilitiamoci tutti per cambiamenti reali". E già decine di migliaia di giovani sono scesi in piazza in 50 città di Australia e Nuova Zelanda.


Piccole, medie e grandi città italiane per un totale 182 piazze in cui oggi i giovani daranno vita allo sciopero per il clima. Non ci saranno simboli di partito o bandiere identitarie almeno questa è la richiesta degli organizzatori, ma solo cartelli e striscioni sul tema dei cambiamenti climatici. ROMA: nella Capitale partiranno mini-cortei da scuole medie inferiori e licei e istituti, mentre dagli atei i manifestanti si muoveranno in bicicletta. Un corteo partirà dalla fermata metro Colosseo alle 10.30 per arrivare nella vicina piazza Madonna di Loreto, a pochi passi da piazza Venezia, dove alle 11 inizieranno gli interventi sui gradini. Unico adulto al microfono il geologo Mario Tozzi, poi 7 interventi di studenti delle elementari, medie, licei e università, dai 9 ai 24 anni. MILANO: i giovanissimi attivisti attraverseranno la città con una marcia per il clima che partirà alle 9,30 da largo Cairoli e arriverà a piazza della Scala,davanti alla sede del Comune dove, dalle 11 alle 13, è prevista la manifestazione. Alle 18 un'altra manifestazione, a cui aderiscono associazioni ambientaliste come Greenpeace, partirà sempre da largo Cairoli per un corteo in difesa dell'ambiente. Sempre in città la scuola media di primo grado Pertini ha organizzato una marcia per il clima in collaborazione con Legambiente, alla quale parteciperà anche il sindaco, Giuseppe Sala, a fianco degli studenti.

IL MANIFESTO DEL MOVIMENTO (Il Movimento nasce in Svezia ad opera della giovanissima Greta Thunberg)

Questi scioperi stanno avendo luogo oggi - da Washington a Mosca, da Beirut a Gerusalemme, da Shanghai a Mumbai - perché i politici ci hanno delusi. Abbiamo visto anni di negoziazioni finire in accordi sul clima a dir poco patetici. Abbiamo visto come alle compagnie di combustibili fossili sia stata data mano libera nello sventrare le nostre terre, forare il suolo e bruciare il nostro futuro per il loro profitto. Abbiamo visto le fratturazioni idrauliche nei campi, le perforazioni petrolifere in alto mare e le miniere di carbone andare avanti. I politici sanno da tempo qual è la verità sul cambiamento climatico e sono disposti a mettere il nostro futuro nelle mani dei profittatori la cui ricerca di soldi facili minaccia la nostra stessa esistenza.

Questo movimento doveva nascere, non avevamo scelta. L’Ipcc, Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, non avrebbe potuto essere più chiaro nel suo rapporto speciale dello scorso ottobre riguardo al pericolo estremo di sforare il tetto di 1,5°C di riscaldamento globale. Per avere una qualche possibilità di evitare questo pericolo, le emissioni di gas a effetto serra devono scendere in modo estremamente rapido: così rapido che quando noi avremo più o meno venticinque anni, il mondo in cui vivremo sarà un mondo profondamente cambiato. Gli studenti che oggi stanno scioperando in città e villaggi di tutto il mondo si stanno unendo in supporto della scienza. Chiediamo solo che i nostri leader facciano lo stesso.

Se coloro i quali detengono il potere non agiscono ora, sarà la nostra generazione a vivere le conseguenze del loro fallimento. Molti di noi non hanno ancora vent’anni e potrebbero essere ancora in giro nel 2080, costretti a fare i conti con la prospettiva di un mondo anche di quattro gradi centigradi più caldo. Gli effetti di un aumento delle temperature di questa scala sarebbero assolutamente devastanti. Vedremmo fiumi esondare, tempeste devastare le coste e le comunità che sulle coste vivono. Le barriere coralline scomparirebbero del tutto, mentre le calotte polari si scioglierebbero, facendo salire in modo drammatico il livello dei mari e allagando le coste. Certe aree del pianeta diventerebbero del tutto inabitabili.

Gli scienziati ci hanno anche fatto capire che l’uso dei combustibili fossili è «la più significativa minaccia alla salute dei minori». Nove bambini su dieci nel mondo già respirano aria dannosa. Le nostre vite sono compromesse ancora prima che nasciamo. Particolati tossici dai gas di scarico passano attraverso i polmoni delle donne incinte e si accumulano nella placenta. Il rischio di parti prematuri, scarso peso alla nascita e disfunzioni cognitive che questi materiali causano è una catastrofe di sanità pubblica. L’inquinamento da veicoli a diesel riduce la crescita dei polmoni, lasciandoci danneggiati per la vita. L’aria tossica prodotta dal consumo di combustibili fossili asfissia non solo i nostri polmoni, ma anche le nostre speranze e i nostri sogni.

E i peggiori effetti del cambiamento climatico colpiscono in modo sproporzionato le comunità più vulnerabili. Non si tratta solo di tagliare le emissioni, ma anche di rendere il mondo più equo: il sistema in cui stiamo vivendo oggi non sta lavorando per noi, ma solo per pochi ricchi. Il lusso che così pochi di noi possono permettersi nel Nord del mondo è basato sulla sofferenza delle persone del Sud del mondo. Abbiamo visto i politici farfugliare, impegnarsi in giochetti di politica spicciola invece di affrontare la realtà: le soluzioni di cui abbiamo bisogno non si possono trovare all’interno del sistema corrente. Questi politici si rifiutano di affrontare la realtà che dobbiamo cambiare il sistema, se vogliamo davvero affrontare la crisi climatica.

Questo movimento doveva nascere, non avevamo scelta. La gran parte dei giovani in sciopero per il clima oggi non hanno ancora il diritto di voto. Immaginate per un attimo come ci si sente. Anche se vediamo benissimo la crisi climatica in corso, anche se siamo benissimo a conoscenza dei fatti, non ci è concesso avere voce in capitolo su chi deve prendere decisioni al riguardo. Immaginate e poi chiedetevi questo: non fareste sciopero anche voi se pensaste che farlo potesse servire a salvaguardare il vostro futuro?

Quindi, oggi, noi abbandoniamo le lezioni e scendiamo in strada per dire basta. Alcuni adulti dicono che non dovremmo saltare le lezioni, che dovremmo «concentrarci sulla nostra educazione». Noi pensiamo che organizzarsi per combattere una minaccia esistenziale, e trovare un modo di far sentire le nostre voci, ci sta insegnando delle lezioni molto importanti.

Altri adulti continuano a dire: «Abbiamo l’obbligo di dare speranza ai giovani». Non vogliamo la vostra speranza. Non vogliamo essere speranzosi. Vogliamo che anche voi sentiate, come noi, il panico per questa situazione. Vogliamo che agiate. Vogliamo che vi uniate a noi.

Finora abbiamo fatto affidamento sugli adulti perché prendessero le decisioni giuste e si assicurassero che ci sarà un futuro per la prossima generazione. Certo, non abbiamo tutte le risposte. Ma quello che sappiamo è che dobbiamo lasciare i combustibili fossili sotto terra, eliminare progressivamente e rapidamente i sussidi per la produzione di energie sporche - carbone, olio, gas -, investire seriamente nelle energie rinnovabili e iniziare a farci domande difficili su come impostare le nostre economie e su chi vogliamo che vinca e chi vogliamo che perda.

E non siamo più soli. Decine di migliaia di scienziati in tutti il mondo hanno rilasciato dichiarazioni in sostegno agli scioperi degli studenti. Gli scienziati sono stati molto chiari su cosa dobbiamo fare per affrontare la minaccia del cambiamento climatico. Ci stiamo unendo in sostegno alla scienza. Chiediamo solo che i nostri leader facciano lo stesso.

È essenziale che tutto questo avvenga adesso. Dato il genere di cambiamenti che devono avere luogo, bisogna che ciascuno riconosca che questa è una crisi e si impegni a mettere in atto e a sostenere trasformazioni radicali. Crediamo fermamente che possiamo scongiurare le peggiori conseguenze del cambiamento climatico. Ma dobbiamo agire adesso.

Non ci sono aree grigie quando è in gioco la nostra stessa sopravvivenza. Non ci sono mali minori. Ecco perché oggi i giovani stanno manifestando ai quattro angoli del pianeta, ed ecco perché chiediamo agli adulti di unirsi a noi, di scendere in strada con noi. Quando la casa è in fiamme non si può lasciare ai ragazzi la responsabilità di spegnere l’incendio: abbiamo bisogno che gli adulti si assumano la responsabilità di aver appiccato il fuoco. Per una volta, chiediamo oggi agli adulti di seguire il nostro esempio. Non possiamo più aspettare.

Questo movimento doveva nascere. Adesso la scelta è di voi adulti


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