Nuova Zelanda. Il killer in tribunale fa il gesto "ok" dei suprematisti razzisti. Aveva inviato mail alla premier prima dell'attacco
Ammanettato, una tunica bianca da carcerato, a piedi nudi e con un atteggiamento di sfida, il suprematista australiano autore della strage in due moschee in Nuova Zelanda è apparso in un tribunale di Christchurch all'indomani della mattanza.
Il 28enne Brenton Tarrant Harrison, che non aveva precedenti penali ma era ossessionato dall'idea che i musulmani stiano invadendo il mondo, è stato incriminato per omicidio per la morte di 49 persone e il ferimento di decine di altri, tra i quali anche bambini. Le autorità neozelandesi potrebbero formulare ulteriori capi di accusa e il giudice ha ordinato la detenzione provvisoria fino a quando non verrà nuovamente riportato in tribunale, il 5 aprile.
Tarrant, incatenato a mani e piedi, era affiancato da due poliziotti non ha parlato, ma ha fatto il saluto dei suprematisti bianchi con il pugno alzato. Secondo la stampa neozelandese ha anche fatto un gesto di scherno ai fotografi. Il suo avvocato d'ufficio non ha presentato la richiesta di libertà su cauzione.
Dopo il suo ingresso in tribunale Brenton Tarrant, il 28enne australiano accusato dell'attacco nelle due moschee di Christchurch, ha fatto 'ok' con la mano, un gesto utilizzato dai suprematisti bianchi e dai troll razzisti su internet. Lo rivela il New Zealand Herald pubblicando una foto. Intanto dopo le dichiarazioni della premier neozelandese Jacinda Ardern sull'intenzione di rivedere la legislazione sulle armi, il procuratore generale David Parker ha chiarito che "non è stata presa ancora nessuna decisione in merito al bando delle armi semi-automatiche".
L'attacco è stato il peggiore massacro mai avvenuto in tempo di pace in Nuova Zelanda e il Paese ha innalzato al massimo il suo livello di “minaccia alla sicurezza”. Adern ha spiegato che Tarrant, che non aveva antecedenti penali, era in possesso di cinque armi, incluse due semiautomatiche e due pistole, acquistate con regole permesso nel novembre del 2017.
Sono state identificate due delle 49 vittime dell'attentato a due moschee a Christchurch, in Nuova Zelanda. Si tratta di Haji Daoud Nabi, un afghano emigrato nel Paese con i suoi due figli nel 1977, e Khaled Mustafa, un rifugiato siriano che invece era arrivato con la famiglia solo qualche mese fa. Il nome di Haji è stato rivelato ai media da uno dei figli, Yama Nabi, che avrebbe dovuto partecipare alla preghiera del Venerdì con il padre ma è arrivato dieci minuti dopo di lui e ha trovato la moschea sotto attacco. Intanto le autorità sanitarie di Christchurch hanno fatto sapere che sette feriti sono stati dimessi dall'ospedale, altri 39 stanno ricevendo le cure necessarie per ferite da arme da fuoco e 11 sono ancora in terapia intensiva.
La premier ha promesso una "pronta risposta" da parte del governo e ha sottolineato che il divieto di possedere armi semiautomatiche è "senza dubbio una delle questioni" che valuterà "con effetto immediato". L’impegno è quello di riformare la legge sul possesso delle armi da fuoco. L'ufficio di Jacinda Ahern ha anche confermato di aver ricevuto via mail copia di un “manifesto” dell'attentatore delle moschee di Christchurch dieci minuti prima che si verificassero i fatti. Il messaggio - scritto come se tutto fosse già avvenuto - spiega i motivi che hanno spinto Tarrant ad agire ed è stato inviato ad una settantina di destinatari, secondo il New Zealand Herald', tra cui lo speaker del parlamento e diversi media.
Sky Nuova Zelanda ha comunicato di aver rimossa dalla propria offerta il canale Sky News Australia perchè ha mandato in onda il video del massacro nelle moschee di Christchurch. Lo ha reso noto l'azienda su Twitter. "Le trasmissioni riprenderanno quando saremo certi che quel video non verrà più mandato in onda", ha spiegato Sky New Zealand.