Cittadinanza. Scontro nel governo tra Di Maio e Salvini sul caso del giovane Rami
Luigi Di Maio rilancia sulla cittadinanza a Ramy, uno dei ragazzini ostaggi di Ousseynou Sy che per primo è riuscito ad avvisare le forze dell'ordine durante il sequestro del bus sulla Paullese. "Su Ramy - scrive Di Maio su facebook - confido in una rapida risoluzione per quanto riguarda la cittadinanza per meriti speciali. Come sapete nei giorni scorsi ho scritto anche ai ministeri competenti per fare in modo che la sua pratica arrivi presto al Consiglio dei Ministri. Mi aspetto che accada. Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è d'accordo. Non stiamo a girarci troppo intorno. Diamo la cittadinanza a quel bambino".
"Voglio diventare italiano, sono nato qua. Volevo vedere cosa sarebbe successo a Salvini se tutti fossero morti. Tutti sarebbero andati contro di lui. Se tutti lo ringraziano è grazie a me", ha detto Ramy. Sulla cittadinanza "Salvini all'inizio ha detto sì, poi no. Di Maio vuole darmela, quindi mi fido Di Maio", ha aggiunto.
Ma in serata Matteo Salvini precisa: "Stiamo facendo tutti gli approfondimenti del caso. Purtroppo a stasera non ci sono gli elementi per concedere la cittadinanza" a Ramy. "Le cittadinanze non le posso regalare e per dare le cittadinanze ho bisogno di fedine penali pulite. Non parlo dei ragazzini di 13 anni ma non fatemi dire altro", ha detto Salvini. "Se qualcuno la cittadinanza non l'ha chiesta e non l'ha ottenuta dopo 20 anni - ha aggiunto rivolgendosi ai giornalisti - fatevi una domanda e datevi una risposta sul perché". "Ripeto, e sarebbe sgradevole entrare nel merito e non lo faccio, che stiamo facendo tutti gli approfondimenti del caso, evidentemente non sul ragazzino di 13 anni ma su altri, perché io la cittadinanza la concedo a chi ha fedina penale pulita. Penso che tutti abbiano capito di cosa stia parlando", ha detto Salvini arrivando al Palazzo delle Stelline a Milano per partecipare alla presentazione del libro 'L'Italia non è più italiana' di Mario Giordano. "Conto di incontrare Ramy il prima possibile e di fare quello che la legge mi permette di fare e non faccio quello che la legge non mi permette di fare. Le cittadinanze non lo posso regalare e per dare le cittadinanze ho bisogno di fedine penali pulite. Non parlo dei ragazzini di 13 anni ma non fatemi dire altro", ha aggiunto. Quando Ramy sarà invitato al ministero? "Per me anche domani, fino a giovedì sono al ministero. Le porte del Viminale sono aperte. Lo invito quando ho gli elementi a disposizione per decidere e purtroppo a stasera non ci sono gli elementi per concedere la cittadinanza. Mi spiacerebbe moltissimo, però così è. Siccome le cittadinanze non sono biglietti delle giostre, abbraccerò volentieri tutti i ragazzi della classe perché non ci sono protagonisti di serie A e di serie B. Quando si tratta di cittadinanze non ci devono essere nessuna ombra e nessun dubbio e purtroppo al momento ombre e dubbi ce ne sono. Se qualcuno la cittadinanza non l'ha chiesta e non l'ha ottenuta dopo 20 anni, fatevi una domanda e datevi una risposta sul perché" ha spiegato Salvini.
In mattinata Matteo Salvini aveva detto che intende incontrare Ramy e la sua famiglia ma "a telecamere spente perché fare carramba che sorpresa o il Fabio Fazio a suon di milioni non mi interessa", ha detto a margine della presentazione del nuovo spazio espositivo del Policlinico Ca' Granda di Milano spiegando che si stanno facendo riflessioni sulla concessione della cittadinanza e confermando che comunque non farà la legge sullo ius soli che "non è nell'agenda di governo".
Intanto il consolato egiziano a Milano ha premiato il coraggio di Ramy. Il console generale Ehab Abosere ha consegnato questa mattina, nella sede del consolato a Milano in viale Timavo, una targa al tredicenne, che era accompagnato dal padre. Sulla targa, scritta in egiziano, un ringraziamento al giovane per aver salvato la vita dei suoi compagni e degli insegnanti sul pullman. "Il console mi ha ringraziato, mi ha detto che sono stato bravo - ha detto Ramy - e che sono orgogliosi di me".
Il sindaco di Milano Beppe Sala intanto torna sullo ius soli "io ritengo giusto che il Parlamento avvii il dibattito meglio se non dopo un fatto emozionale come questo": il sindaco di Milano Giuseppe Sala lo ha ribadito a margine di una inaugurazione in città a cui ha partecipato anche il ministro dell'interno Matteo Salvini, con cui da giorni ha uno scambio polemico sulla questione. Anche la sinistra, ha ammesso Sala, non lo ha approvato quando era al governo e quindi sta "nella sua responsabilità non essere andati fino in fondo nel riconoscimento di un diritto". "Ribadisco la mia posizione, lo ius soli è un tema da affrontare. Do per scontato che il ministro Salvini non la veda così - ha aggiunto - Mi pare una questione importante, in tanti ci vogliono mettere il cappello. Tanti mi hanno invitato a dare la cittadinanza a Ramy, ma non è questo il tema: è un ragazzo straordinario, ma sarebbe una strumentalizzazione. Invece parliamo di un tema che è di tantissimi ragazzi".