Addio a Massimo Marino. Ironico e autentico istrione delle notti romane

E’ morto Massimo Marino, che per molti è nessuno. Ma non per quelli che lo hanno avuto per compagno delle proprie notti di lavoro, una tv accesa sul mondo e su Roma. Sulle periferie, le borgate, l’umanità assai poco distinta, colorata, eccessiva, sguaiata, rumorosa e nascosta della capitale. Massimo Marino non se ne vergognava, anzi le apparteneva profondamente e la inseguiva con un microfono e la telecamera che si intrufolava in posti strani, stracciati, oscuri, stroboscopici, fumosi, ossessivi e molto nudi. Un Jep Gambardella borgataro.
Massimo Marino aveva solo 59 anni, è stato un compagno delle notti Tv romane, anni 90, personaggio trash, di sinistra, circondato di prostitute, spogliarelliste, trans. Il suo mestiere era trascorrere la notte nei locali della periferia romana insieme alla sua troupe Tv e un codazzo di personaggi assurdi. Il suo regno era ViviRoma, trasmissione cult locale che attraeva come ci attrae il proibito. Fatto di cosce sensuali, labbra rifatte, tette a scoppiare, culi ovunque.
È un ricordo commosso quello di Carlo Verdone, che su Facebook dice addio all'amico e collega Massimo Marino. «Massimo Marino resterà per me non solo un amico affettuoso e premuroso ma anche una vera maschera di una Roma di oggi. Di una periferia sana, creativa, dove esistono ancora, grazie ad alcuni, il rispetto, la generosità, l' ironia e sani principi. Attraverso una creatività che nasce dal riscatto da una situazione complessa, crescono di tanto in tanto personaggi che ci stupiscono per l' energia vitale, il sapersi inventare un modo di essere, per la loro creatività nel linguaggio e il coraggio di essere degli esploratori della notte, facendoci vedere quello che non immaginavamo».
«L'animo di Massimo era l' esatto contrario di quello che poteva sembrare nel suo modo di presentarsi. Era un buono, un gentile, un rispettoso. Un audace pedinatore della Roma notturna che, con inconsapevole comicità, ci mostrava gli eccessi e la trasgressione di personaggi ,luoghi e zone a molti sconosciuti», scrive Verdone.
