Governo. Di Maio e Lega sempre ai ferri corti per il caso Siri e per le province " Chi rivuole le province si trovi un nuovo alleato"
La polemica quotidiana all'interno del governo gialloverde si gioca oggi sul tema delle province e sugli strascichi del caso Siri, ancora lontano da una soluzione. Nel corso della presentazione del programma del M5s per le europee, Luigi Di Maio attacca frontalmente la Lega: "Le province sono uno spreco di soldi pubblici. Chi le rivole si cerchi un altro alleato". E sul caso del sottosegretario leghista indagato per corruzione insiste: "Sulla questione morale il Movimento non arretra: comunque si chiami il sottosegretario da noi le regole si rispettano, che tu sia del Movimento o del partito alleato. Questo deve essere chiaro".
Non manca, poi, di inviare a Salvini - che oggi ha incontrato Viktor Orban che gli ha mostrato il confine blindato contro i migranti tra Ungheria e Serbia - anche un'altra frecciata in merito alla scelta della Lega di posizionarsi nel gruppo dei sovranisti europei: "Non ha senso contrastare l'austerity, se poi ti allei con partiti di Paesi che ci fanno la guerra, come l'Ungheria di Orban".
Sul caso Siri e la questione morale è intervenuto questa mattina anche sottosegretario all'Interno del M5S Carlo Sibilia, ospite su Radio Capital di Circo Massimo: "Siri? Si deve dimettere - ha ribadito - Ma se sceglierà di non farlo non si arriverà alla crisi di governo". Sibilia ne fa soprattutto una ragione di opportunità politica: "Siamo di fronte a una forza politica (la Lega, ndr) che decide di farsi del male da sola. Ma così si fa un danno anche al governo, che sta facendo un gran lavoro contro la criminalità organizzata e la mafia. Ma ogni ombra va allontanata", afferma l'esponente cinquestelle. Che aggiunge: "È diventato un logoramento senza senso. Siri si deve dimettere. Al suo posto se avessi delle indagini così pesanti addosso vorrei che il mio ministro dell’Interno fosse tranquillo e sereno di poter parlare di lotta alla mafia senza ombre".