Exit poll. Lega primo partito, poi testa a testa Pd M5s
Lega primo partito e testa a testa tra M5s e Pd. Fi tiene e Fratelli d'Italia supererebbe la soglia del 4%. "Importa relativamente se saremo al 30 o 31%: un anno fa eravamo al 17%. E' un risultato storico ed è storico che per la prima volta la Lega diventi primo partito in Italia", dice il capogruppo della lega alla Camera Riccardo Molinari. "Dopo 5 anni torniamo a crescere e ora ci sono tre poli, non più solo Lega e 5 Stelle. Un anno fa davano il Pd per finito", sottolinea una fonte autorevole dem analizzando gli exit poll disponibili.
Secondo i primi exit poll di Opinio per la Rai la Lega otterrebbe tra il 27 e il 31%, il Pd tra il 21 e il 25%; M5s tra il 18,5 e il 22,5%, Fi tra l'8% e il 12% ed FdI sarebbe tra il 5 e il 7%.
Secondo il multi poll realizzato da Swg per La 7 per le Europee la Lega è il primo partito in una forbice tra 26,5% e 29,5%. Il Pd è tra 21% e 24%, il Movimento 5 Stelle è al 20%-23%, Forza Italia è tra 9 e 11% e Fratelli d'Italia è tra il 5% e il 7%. Secondo il Multi poll realizzato da Swg per La 7 per le Europee, tra i partiti minori, +Europa-Italia in Comune-Pde è in una forbice tra il 2,5 e il 3,5, La Sinistra si colloca in una forchetta tra il 2 e il 3%, Europa Verde è in una forchetta compresa tra 1,5 e il 2,5%. Gli altri partiti si collocano tra il 4 e il 5%.
Primo instant poll di Quorum/Youtrend per SkyTg24 per le Europee 2019: la Lega è il primo partito al 27-30%, segue il Pd al 21,5-24,5%, terzo il Movimento 5 Stelle al 20-23%. Forza Italia è al 9-11%.
Per quanto riguarda più in generale, l'affluenza al voto non solo è stata la più alta negli ultimi venti anni, superiore al 50% nella media europea, ma segna anche un'inversione di tendenza rispetto al costante calo nella partecipazione che andava avanti dal 1979.
Popolari e socialisti perdono la maggioranza che finora ha retto gli equilibri in Europa ma mantengono comunque ancora il controllo cooptando i liberali e il movimento En Marche del presidente Emmanuel Macron, e magari anche i Verdi, vogliosi di far pesare in Europa i nuovi consensi conquistati. Un eventuale gruppone sovranista, se gli altri decidessero di mettere in atto un cordone sanitario nei loro confronti come avvenuto dopo le passate elezioni del 2014, potrebbe dunque non riuscire a incidere negli equilibri post-elettorali che porteranno come primo effetto di peso la composizione della nuova Commissione europea. Anche sommando le forze eterogenee di conservatori Ecr, Enf (il gruppo della Lega di Salvini) e Efdd (il gruppo dei 5 Stelle) si arriverebbe a 171 eurodeputati su 751.
Certo bisognerà capire cosa vorrà fare il vittorioso Orban con la sua truppa di eurodeputati. Se alla fine decidesse di uscire dal Ppe, andrebbe a rafforzare i nazionalisti. Ma anche così non sembra possa reggersi in piedi un'ipotetica maggioranza del Ppe alleato con i sovranisti, che si fermerebbe a 344 seggi, sotto i 370 necessari per governare l'aula.
Il dato che per ora sembra incontrovertibile è il boom dei Verdi, che sembrano ormai coagulare intorno alla proposta ambientalista - anche sull'onda dell'effetto Greta - il voto del dissenso giovanile e progressista, deluso dai socialisti, che pure segnano buoni risultati in diversi Paesi: in primis Spagna e Olanda.
La Germania in questo senso è emblematica della dinamica: nel Paese che elegge più eurodeputati, gli ecologisti raddoppiano i consensi e diventano il secondo partito mentre crolla la Spd e cala la Cdu di Merkel.
Sorpresa anche in Francia, dove la lista Europe-Ecologie le Verts è il terzo partito con il 12,8% dei voti. I populisti alleati di Matteo Salvini in Europa segnano buoni risultati soprattutto in Francia, dove il Rassemblement National di Marine Le Pen è il primo partito con il 23,2%.