Caso procure. Al Csm Mattarella "sconcertante, si deve cambiare"
"Oggi si volta pagina nella vita del Csm".
Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al plenum del Csm. "Il saluto e gli auguri - ha evidenziato il capo dello Stato - sono accompagnati da grande preoccupazione. Quel che è emerso, da un'inchiesta in corso, ha disvelato un quadro sconcertante e inaccettabile".
"Quanto avvenuto - ha sottolineato in un altro passaggio - ha prodotto conseguenze gravemente negative per il prestigio e per l'autorevolezza non soltanto di questo Consiglio ma anche il prestigio e l'autorevolezza dell'intero Ordine Giudiziario; la cui credibilità e la cui capacità di riscuotere fiducia sono indispensabili al sistema costituzionale e alla vita della Repubblica".
"La reazione del Consiglio ha rappresentato il primo passo per il recupero della autorevolezza e della credibilità cui ho fatto cenno e che occorre sapere restituire alla Magistratura italiana. Di essa i cittadini ricordano i grandi meriti e i pesanti sacrifici anche attraverso l'esempio di tanti suoi appartenenti e hanno il diritto di pretendere che quei meriti e quei sacrifici non siano offuscati". Lo ha ricordato il presidente Sergio Mattarella intervenendo stamattina al plenum del Csm.
Il Plenum del Csm, presieduto dal presidente delle Repubblica Sergio Mattarella, ha convalidato l'elezione dei due nuovi consiglieri togati, Giuseppe Marra e Ilaria Pepe, entrambi di Autonomia e Indipendenza, il gruppo di Piercamillo Davigo, che in questo modo raddoppia la sua rappresentanza a Palazzo dei Marescialli. I due togati subentrano a Gianluigi Morlini e Corrado Cartoni, due dei consiglieri che si sono dimessi perché i loro nomi figurano nell'inchiesta di Perugia sulle nomine ai vertici degli uffici.
"La pronta reazione - ha detto il vicepresidente del Csm David Ermini - alle condotte dei singoli componenti disvelate dall'indagine della procura di Perugia è stata necessaria ma non è sufficiente. Nel prossimo futuro il Csm sarà chiamato a dimostrare che in grado di affermare la propria legittimazione agli occhi della magistratura e dei cittadini", "assumendo ogni determinazione nell'interesse generale della giurisdizione e al riparo dall'influenza di interessi particolari e da logiche spartitorie e non trasparenti".