Iran. L'accordo sul nucleare carta straccia. Riprenderà l'arricchimento dell'uranio

di redazione 07/07/2019 ESTERI
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Alla scadenza dell'ultimatum l'Iran dà seguito alle minacce e inizia ufficialmente la seconda fase del piano per ridurre i suoi obblighi previsti dall'accordo sul nucleare del 2015, aumentando il livello di arricchimento dell'uranio al 5%, dal 3,67% stabilito dall'accordo. Lo ha annunciato il portavoce del governo Ali Rabiei, in una conferenza stampa congiunta con il viceministro degli Esteri Abbas Araghchi e con il portavoce dell'Organizzazione dell'energia atomica iraniana (AEOI), Behrouz Kamalvandi.

L'Iran stabilirà altri 60 giorni come nuova scadenza per i Paesi europei e i colloqui continueranno con l'Ue per soddisfare le richieste di Teheran. Lo ha detto il viceministro degli Esteri Abbas Araghchi in conferenza stampa. La Repubblica islamica chiede agli europei di spingere sullo strumento finanziario Instex - pensato per aggirare le sanzioni americane e consentire la continuazione degli scambi economici fra l'Europa e l'Iran - acquistando petrolio iraniano o fornendo una linea di credito per il Paese.

"Speriamo di trovare una soluzione - ha detto Aragchi - altrimenti, tra 60 giorni inizieremo la terza fase" del piano per ridurre gli impegni presi dall'Iran.

L'annuncio di Teheran arriva un giorno dopo i colloqui tra Emmanuel Macrone il presidente iraniano Hassan Rouhani, in cui il presidente francese ha espresso la sua "forte preoccupazione" per ciò che accadrebbe se l'accordo fosse stato abbandonato.

"Nell'ultimo anno abbiamo dato abbastanza tempo alla diplomazia e ora non stiamo violando l'accordo ma perseguendo i nostri diritti basati sull'accordo. Dobbiamo presentare una denuncia contro gli Stati Uniti e l'Ue per averlo violato", ha detto Araghchi. "Aumentiamo l'arricchimento per fornire il combustibile per la nostra centrale nucleare e al momento non abbiamo bisogno di carburante per il reattore di Teheran", ha aggiunto il viceministro.

L'accordo del 2015
E' stato firmato da sei Paesi per frenare il programma nucleare iraniano: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Cina, Russia e Germania. Teheran accettò di fare entrare gli ispettori internazionali e di limitare le sue attività nucleari, in cambio della fine delle sanzioni economiche. Nell'ambito dell'accordo, all'Iran venne consentito di produrre l'uranio solo se a basso arricchimento, con una concentrazione tra il 3 e il 4%, e da utilizzare per produrre combustibile per le centrali nucleari.



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