Senato vota fiducia a Conte. 169 i SI. IL premier a Salvini "Voltafaccia".
Nel giorno della fiducia del governo Conte bis al Senato si consuma l'ennesimo duello fra Giuseppe Conte e Matteo Salvini. Il leader leghista attacca il premier in aula, accusandolo di "poltronismo" e di subalternità all'Europa, oltre che di mancanza di stile. Conte gli risponde, rinfacciandogli l'arroganza per aver chiesto i "pieni poteri" con l'idea di portare il Paese alle elezioni un maniera unilaterale. In serata si attende il voto con due chiamate nominali.
"Non la invidio, presidente Conte-Monti, così come tanti colleghi che ho sentito. Ormai si capisce quando uno ha un discorso che viene da dentro e quando deve leggere un compitino scritto a casa. Siete passati dalla rivoluzione al voto di Casini, Monti e Renzi", esordisce Salvini a Palazzo Madama. "Giuseppe Conte è semplicemente imbarazzante. Lo diceva il 7 agosto una persona (Matteo Renzi, ndr) che oggi voterà la fiducia - sottolinea il capo del Carroccio -. Io stasera chiamo i miei figli, parlerò a testa alta, con una poltrona in meno ma tanta dignità in più".
"Abituatevi a tante piazze come quelle di ieri - continua Salvini tra gli applausi dei senatori leghisti, ricordando la manifestazione dei sovranisti ieri a piazza Montecitorio - siete minoranza nel paese ma anche all'interno dei vostri partiti". E aggiunge: "Non potete scappare all'infinito. Ci sono anche elezioni regionali". Poi attacca sulle trattative in corso nella maggioranza in merito a una nuova legge elettorale di tipo proporzionale: "Chi prende un voto in più governa. Se voi andate avanti su questo tema raccoglieremo le firme. Con questa legge vogliono garantire l'inciucio a vita". Rivolto infine a Conte, dà l'ultima stilettata: "Noi siamo in Europa, i miei figli cresceranno in Europa, ma la vogliamo diversa. E vogliamo un'Italia a testa alta: l'immagine dell'uomo che sussurrava alla Merkel non fa bene al Paese. A proposito di stile...alla faccia. Lo stile è sostanza, non apparenza, non dipende solo dalla cravatta, dalla pochette e dal capello ben pettinato".
"Molte dichiarazioni sono rimaste ferme all'8 agosto. Con una certa arroganza qualcuno unilateralmente ha deciso di portare l'Italia alle elezioni da ministro dell'Interno e sempre unilateralmente e arbitrariamente di concentrare definitivamente nelle proprie mani tutti i poteri: pieni poteri. Se questo era lo schema, l'obiettivo e il progetto è comprensibile che tutti coloro che lo hanno ostacolato per senso di responsabilità e nel rispetto della costituzionesiano diventati nemici", afferma Conte nella sua replica in Senato, tra le proteste dai banchi del Carroccio. E conclude: "Assegnare ad altri le proprie colpe non è da leader". E ai senatori leghisti che intonano in coro "Dignità, dignità", dice: "Poi con calma nelle prossime settimane spiegherete al Paese cosa ci sia di dignitoso in tutti i repentini voltafaccia che ci sono stati in poche settimane".
Durante il dibattito parlamentare ci sono stati momenti di bagarre dopo che la senatrice leghista Borgonzoni ha mostrato una maglietta che faceva riferimento a Bibbiano. La presidente Elisabetta Casellati ha sospeso la seduta, che è ripresa poco dopo. Fibrillazioni anche al primo intervento di una senatrice grillina. Cori "elezioni, elezioni" e "Bibbiano, Bibbiano" hanno subito accompagnato l'intervento del dem Stefàno. Anche Conte è stato accolto in aula dal coro "traditore, traditore".
Prima di intervenire in aula, Salvini si concede ai giornalisti appena fuori. Gli chiedono di commentare la notizia ufficiale di Paolo Gentiloni neo commissario europeo agli Affari economici. "È la conferma che Conte ha fatto il patto col diavolo, con Macron e Merkel. È l'ennesimo tradimento del signor Conte e anche dei 5 stelle: mandano un vecchio uomo del Pd, come Gentiloni, a Bruxelles", dice il leader della Lega.
Del 'nuovo' Conte, dice: "Si è smarcato dai Cinque stelle, si vergogna dei Cinque stelle, è un uomo organico al potere: un nuovo Monti, un nuovo Gentiloni. Dopotutto chi si assomiglia, si piglia. Lo lascio alla sua poltrona, noi lavoriamo già al prossimo governo". Salvini non risparmia neanche Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. Del Cavaliere dice: "Io allargo. Non c'è problema a fare un tavolo comune in Parlamento. Ma un conto è fare opposizione e un conto è costruire il futuro. Non possiamo essere quelli del 94". Dell'altro ex premier dice di "avere sempre la foto in salotto".