Processo Mondo di mezzo. La Cassazione "Non si tratta di mafia"
"Non è mafia".
E' arrivata a tarda sera la sentenza della Cassazione sul procedimento Mafia Capitale. La procura generale della Suprema Corte aveva chiesto la conferma delle condanne di Appello, che riconobbero per Salvatore Buzzi, Massimo Carminati e i loro collaboratori le accuse di aggravante mafiosa ex articolo 416 bis, ma il verdetto è stato diverso.
La VI sezione penale della Cassazione ha riconosciuto sì la presenza di due associazioni distinte a carattere delinquenziale, ma non la loro "mafiosità".
Erano 32 gli imputati giudicati dalla sesta sezione penale della Cassazione, 17 dei quali hanno condanne per reati di mafia. La pubblica accusa chiedeva la conferma per tutti, eccezion fatta per il caso del benzinaio di corso Francia, Roberto Lacopo, condannato a 8 anni in appello, per il quale si è chiesto un nuovo processo.
La sentenza di Appello dell'11 settembre 2018, aveva ribaltato il primo grado che non aveva riconosciuto le accuse di mafia: Salvatore Buzzi e Massimo Carminati e altre 16 persone, una delle quali morta di recente, erano state riconosciute colpevoli di reati di mafia. L'imprenditore è stato condannato a 18 anni e quattro mesi, l'ex Nar a 14 anni e mezzo, e l'ammontare complessivo delle pene per i 43 imputati, otto dei quali assolti, aveva raggiunto quasi i 200 anni di carcere.
Nella requisitoria, il pg Luigi Birritteri aveva sottolineato come il gruppo dell'ex Nar e del re delle cooperative romane aveva "tutte le caratteristiche dell'associazione mafiosa e rientri perfettamente nel paradigma del 416 bis".
Carminati, Buzzi e i loro collaboratori, secondo l'accusa, si muovevano "con un nuovo sistema anche con metodi criminali solitamente non violenti nei rapporti con la pubblica amministrazione perché in quel contesto bastava corrompere". "Usavano la violenza quando era necessario e grazie alla corruzione gestivano il potere politico con fini criminali" sosteneva la pubblica accusa. Gli ermellini di piazza Cavour non sono stati dello stesso avviso.