Coronavirus. 56 le vittime e 2000 contagiati. 60 milioni di cinesi alle prese con la quarantena. Prima vittima a Shanghai. Case farmaceutiche cercano vaccino

di redazione 26/01/2020 ESTERI
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ll coronavirus accelera il contagio e l'ultimo bollettino parla di 56 morti e quasi duemila contagiati.

C'è una prima vittima a Shanghai e una delle maggiori piazze finanziarie mondiali trema per il possibile contagio con 40 casi accertati. Dopo Pechino, Tianjin, Xi'an e la provincia di Shandong hanno proclamato lo stop dei mezzi pubblici a lunga percorrenza. Chiude Disneyland Hong Kong, gli americani avviano l'evacuazione dei propri connazionali, la Peugeot quella del proprio staff. Intanto un malato è sotto osservazione a Toronto, in Canada. Il presidente Xi Jinping ha ammesso che la situazione è 'grave' e l'epidemia del coronavirus 'accelera'. Ma assicura: 'Ce la faremo'.

La Cina ha annunciato un divieto temporaneo al commercio di animali selvatici mentre il Paese lotta per contenere l'epidemia di coronavirus che si ritiene sia stato generato in un mercato che vendeva animali selvatici come cibo. L'allevamento, il trasporto o la vendita di tutte le specie di animali selvatici è vietato "dalla data dell'annuncio fino alla fine della situazione epidemica nazionale", si legge in una direttiva congiunta di tre agenzie di alto livello, tra cui il ministero dell'Agricoltura.

Al momento sono 38 i casi accertati di coronavirus al di fuori della Cina continentale. Cinque casi sono stati registrati a HONG KONG. La maggior parte erano passati da Wuhan, focolaio dell'epidemia. Due casi nella regione autonoma di MACAO, tra loro una donna d'affari arrivata tre giorni fa dalla città di Zhuhai. Tre i casi nell'isola di TAIWAN. Rimanendo in Asia, la THAILANDIA ha confermato cinque casi, quattro cinesi di Wuhan ed un thailandese proveniente dalla stessa città. Si tratta del primo paese fuori dalla Cina in cui è stato segnalato il virus. Due i casi in COREA DEL SUD, il primo un cinese arrivato in aereo dalla provincia di Wuhan. Due casi in VIETNAM, entrambi cinesi: si tratta di un uomo arrivato nel Paese da Wuhan e del figlio che abita a Ho Chi Minh City. Un caso si registra in NEPAL. Tre i casi in MALAYSIA, arrivati via Singapore. A SINGAPORE tre casi. Lo stesso numero di contagi si registra in GIAPPONE, uno proveniente da Wuhan e due abitanti della città cinese. Superando i confini continentali, in AUSTRALIA oggi sono stati accertati quattro casi. Tutti erano stati in Cina e a Wuhan di recente. Negli STATI UNITI ci sono due contagi, entrambi americani di rientro da Wuhan. In FRANCIA al momento si registrano gli unici casi di contagio in Europa: sono tre, uno a Bordeaux e due a Parigi. Anche in questo caso, tutti erano stati in Cina da poco. Due di loro comunque sono in via di guarigione, secondo quanto riferiscono i medici.

Tra i milioni di cittadini isolati, ci sono anche una ventina di italiani, tra residenti, studenti e turisti, che si trovano a Wuhan. 

Il virus 2019-nCoV è arrivato all'uomo dai serpenti: sarebbero questi gli animali nei quali il virus, trasmesso dai pipistrelli, si sarebbe ricombinato e poi passato all'uomo. Lo indica l'analisi genetica pubblicata sul Journal of Medical Virology da Wei Ji, Wei Wang, Xiaofang Zhao, Junjie Zai, e Xingguang Li, delle università di Pechino e Guangxi. La ricerca è stata condotta su campioni del virus provenienti da diverse località della Cina e da diverse specie ospiti.

Come già accaduto con l'aviaria e la Sars, anche questa volta l'indice è puntato sui mercati di animali vivi, molto comuni in Cina dove, accanto agli animali allevati, si vendono animali selvatici come, appunto, serpenti e pipistrelli. E ora è quindi chiaro che il 2019-nCoV è un mix di un coronavirus proveniente dai pipistrelli e di un altro che arriva dai serpenti e che da questi ultimi sarebbe passato agli esseri umani, adattandosi al nuovo ospite e acquisendo la capacità di trasmettersi da uomo a uomo.

I consigli ai viaggiatori

 

Sono almeno cinque i team internazionali coinvolti nell'impresa di mettere a punto un vaccino contro il nuovo virus cinese, con l'obiettivo di ottenere il prima possibile quello che normalmente richiede almeno due o tre anni di lavoro. I primi test sull'uomo potrebbero arrivare in tempi record, "meno di tre mesi, a fronte dei 20 del vaccino sperimentale per la Sars". A dirlo è uno dei massimi esperti di immunologia, Anthony S. Fauci, direttore dell'Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive (Niaid) del National Institutes of Health, l'agenzia del governo degli Stati Uniti responsabile della ricerca e della salute pubblica.

"I progressi della tecnologia collegati alla Sars hanno notevolmente compresso i tempi per il suo sviluppo", scrive Fauci nel suo ultimo saggio pubblicato sulla rivista scientifica Jama. Nel testo si sottolinea come gli attuali studi stiano sviluppando antivirali e test diagnostici per rilevare rapidamente l'infezione partita da Wuhan. E, soprattutto, come stiano adattando gli approcci utilizzati con la Sars, per lo sviluppo di vaccini candidati. La ricerca vede impegnate equipe di esperti del National Institutes of Health, dell'Università del Queensland, in Australia, e delle aziende statunitensi Moderna Therapeutics e Inovio Pharmaceuticals. Ognuno dei team principali verificherà un approccio diverso allo sviluppo del vaccino, mentre a finanziare gli studi è la Coalizione per la preparazione alle epidemie e l'innovazione (Cepi).

In un'iniziativa indipendente, anche Novavax, che ha già lavorato sulla Sars, si è messa al lavoro per studiare un'immunizzazione contro il coronavirus cinese. Così come ha dichiarato di essere intenzionata a fare anche l'Agenzia federale russa per la tutela dei consumatori e della salute. Per ora, il primo beneficio lo hanno avuto le aziende coinvolte, che hanno visto salire con percentuali a due cifre le loro quotazioni in Borsa.


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