Regionali. In Emilia vince Bonaccini, PD primo partito. La calabria va alla destra. Santelli governatrice. Crollo 5 Stelle
Emilia Romagna
Il candidato governatore del centrosinistra Stefano Bonaccini è stato riconfermato presidente. Netto il vantaggio sulla leghista Lucia Borgonzoni. Terzo, staccato, il 5Stelle Simone Benini. Quando sono state scrutinate 3.900 sezioni su 4.520, Bonaccini è al 51,2 per cento contro il 43,8 della sua principale avversaria.
.Netta invece l'affermazione della destra in Calabria, dove vince la forzista Jole Santelli, cheha oltre il 55 per cento quando sono state scrutinate più di metà delle sezioni. Sia in Emilia-Romagna che in Calabria molto male i risultati 5Stelle.
Quando mancano 500 sezioni da scrutinare, Bonaccini è al 51,3 per cento contro il 43,8 di Borgonzoni. "L'arroganza non paga mai", ha commentato il governatore riconfermato. E ha risposto al mantra della campagna elettorale leghista sull'Emilia-Romagna da 'liberare'. "Noi - ha detto Bonaccini - eravamo già stati liberati 75 anni fa".
La coalizione di centrosinistra arriva al 48 per cento (quindi meno dei voti del presidente, che evidentemente ha tratto vantaggio dal voto disgiunto previsto dalla legge elettorale in Emilia Romagna). Le liste di destra invece arrivano insieme al 45,5.
Il Pd in Emilia torna primo partito con il 34,5 per cento: un primato che gli era stato sottratto dalla Lega alle Europee e dai 5Stelle alle politiche del 2018. Segue la Lega con il 32. E Fratelli d'Italia con l'8,6. La lista Bonaccini presidente ha il 5,7 per cento. I 5Stelle crollano al 4,7 per cento (avevano oltre il 27 per cento alle politiche). Ancora peggio va il loro candidato: Simone Benini (3,44). Segno che una parte degli elettori grillini ha preferito il voto disgiunto. Molto male anche Forza Italia, al 2,59.
La Calabria
Diversa il responso delle urne in Calabria, dove la destra ottiene un trionfo. Quando sono state scrutinate 1.346 sezioni su 2.420, la forzista Jole Santelliè al 56 per cento, Pippo Callipo - candidato del centrosinistra - al 30,3; Francesco Aiello (Cinquestelle) è al 7,2% mentre il candidato indipendente Carlo Tansi è al 6,3. Qui i 5Stelle si sono presentati con una civica e la soglia di sbarramento per le coalizioni è pari all'8 per cento quindi rischiano di non entrare in Consiglio. Anche qui il Pd, come in Emilia-Romagna, è il primo partito con il 16,3 per cento. Segue la Lega al 12,1. Forza Italia è all'12,8 per cento, con un testa a testa interno alla coalizione. Fratelli d'Italia all'11,2.
Affluenza
Sul fronte dell'affluenza, si registra un boom in Emilia-Romagna: il 67,6 per cento, 30 punti in più del 2014 quando si era fermata al 37,7. Indubbiamente pesa, sulla grande mobilitazione, l'effetto Sardine. Un exploit che non c'è stato in Calabria dove l'affluenza si è fermata è al 44,32 per cento, sostanzialmente stabile rispetto al 2014 (44,16).
E le Sardine, subito dopo la chiusura delle urne, hanno pubblicato un post su Fb dando appuntamento al loro prossimo congresso, previsto a metà marzo: "Ci vediamo a Scampia".
Le reazioni
Matteo Salvini - che ha fatto del voto in Emilia Romagna quasi un referendum sul suo futuro politico e ha tentato la spallata al governo - ha provato a minimizzare la sconfitta personale. Per qualcuno quasi un nuovo Papeete, dopo l'errore politico di agosto. "Grazie a chi si è preso la briga di andare al seggio. Sono contento e mi prendo il merito per aver coinvolto tante persone", ha detto dal comitato elettorale di Borgonzoni. "Ci ho messo sangue e anima. Per la prima volta dopo 70 anni c'è stata una partita".
Il segretario dle Pd Nicola Zingaretti: "Un grazie enorme alle Sardine". E ancora: "Il primo tema ora è mettere in campo tutte le azioni per far ripartire l'Italia. Dall'Emilia Romagna è arrivato un segnale: Salvini sa raccontare i problemi ma non li sa risolvere e il popolo ha reagito. Salvini ha perso e il governo è rafforzato".
La prima a celebrare la vittoria di Bonaccini è però stata la ministra di Italia Viva Teresa Bellanova: "In agosto abbiamo sconfitto Salvini in Parlamento, stanotte con il voto in Emilia Romagna lo abbiamo sconfitto nelle urne". E Matteo Renzi: "Un grande abbraccio a Stefano Bonaccini: vittoria nettissima e bellissima".
Per il centrosinistra, e in particolare per il Pd, il voto regionale con la vittoria in Emilia-Romagna rappresenta uno scampato pericolo. Anche il governo può tirare un sospiro di sollievo. Ma il crollo dei grillini può creare comunque più di un'insidia. A partire dal tema della giustizia. Non a caso il vicesegretario dem Andrea Orlando ha detto: "Noi non vogliamo un riassetto di posti, ma che sia messa da parte dal M5s una certa vena antipolitica e giustizialista".
Breve analisi
Matteo Salvini non espugna l'Emilia-Romagna. Nessuna vittoria storica della Lega nella regione rossa, dove il Pd sembra capace di tornare ad essere il primo partito, dopo il sorpasso subito alle scorse elezioni europee, anche se di misura: i leghisti restano appena dietro le spalle. Per i dem un risveglio dopo le sconfitte (anche pesanti, come in Umbria) delle ultime tornate elettorali: è primo partito in Calabria, nonostante la vittoria del centrodestra con la candidata di Forza Italia JoleSantelli.
Una vittoria annunciata, quella della deputata azzurra, che fa tirare il fiato al partito di Silvio Berlusconi, sceso invece ai minimi storici in Emilia Romagna, dove si profila una vittoria netta del candidato del centrosinistra Stefano Bonaccini, governatore uscente che vola verso la vittoria anche grazie al voto disgiunto.
Crollano i 5 stelle: sconfitta la terza via voluta e difesa dall’ex capo politico Luigi Di Maio. Restano silenti i pentastellati, il reggente Vito Crimi parlerà solo questa mattina. Tocca al candidato in Emilia Simone Benini, che incassa poco piu' del 3%, metterci la faccia: «Il Movimento non sparisce», replica a Salvini che li ha liquidati senza troppi complimenti. Queste elezioni regionali secondo Benini «danno forza al governo». Se infatti è vero che non ci sarà alcuna «citofonata» al premier Giuseppe Conte, come avevano preannunciato sia Salvini che Meloni in caso di vittoria è altrettanto vero che dalle urne escono nuovi e differenti equilibri nella maggioranza e a palazzo Chigi. Il nodo tenuta dei 5 stelle dovrà essere affrontato, in vista della verifica, con il Pd che già rilancia con forza le proprie proposte.