Caso Regeni. La Commissione d'inchiesta sentirà Conte in merito al suo "dialogo" con Al-Sisi. Di Maio "Operazione ancora da concludere. Incessante la richiesta di verità per Giulio"
"L'operazione per la vendita delle armi all'Egitto non è ancora conclusa".
A dirlo, oggi pomeriggio, il ministro egli Esteri, Luigi Di Maio, rispojndendo al question time alla Camera voluto da Leu. La questione della decisione , da parte del governo italiano, di vendere all'Egitto le due navi Fremm già consegnate alla Marina militare è stata dunque al centro del dibattito in Aula.
E sulla morte del ricercatore italiano al Cairo, il ministro Di Maio ha ribadito che "resta ferma la nostra incessante richiesta di progressi significativi nelle indagini sul caso del barbaro omicidio di Giulio Regeni. Il governo e le istituzioni italiane continuano ad esigere la verità dalle autorità egiziane attraverso una reale, fattiva ed efficace cooperazione". E ha aggiunto: "I nostri sforzi continueranno per facilitare la fissazione di un incontro di persona tra i due procuratori di Roma e del Cairo".
Ma il capo della Farnesina non ha dimenticato, nel suo discorso, il caso di Patrick Zaki, lo studente dell'università di Bologna da oltre tre mesi in carcere, in Egitto, con l'accusa di propaganda sovversiva su internet. "Resta alta la preoccupazione anche per lui - ha detto Di Maio - la nostra ambasciata al Cairo continua con costanza a monitorare l'evolversi delle udienze. L'Italia - ha assicurato - continuerà a seguire il caso".
Proprio oggi, in Rete è partita un campagna social per chiedere all'Italia di bloccare la vendita di armi al presidente al-Sisi, soprattutto in considerazione della mancanza di collaborazione del leader egiziano per una svolta nelle indagini sull'omicidio Regeni.
Rispetto alla volontà del governo di vendere le navi all'Egitto, sul sito Formiche.net i deputati del Pd Alberto Pagani e Carlo Miceli hanno espresso parere favorevole, contrariamente a molti esponenti della maggioranza. "Si tratta - scrivono - di una decisione ragionevole e politicamente opportuna".
Una convinzione che divide il partito democratico e contro cui si schiera ia viso aperto Matteo Orfini. "È una posizione - polemizza su Twitter - che non abbiamo mai discusso da nessuna parte. E che è sbagliatissima. Spero che Nicola Zingaretti intervenga e corregga".
Intanto "alla luce degli ultimi rilevanti sviluppi in ordine alle relazioni bilaterali italo-egiziane, l'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione Parlamentare d'Inchiesta sulla morte di Giulio Regeni ha deliberato all'unanimità di procedere ad audire urgentemente il presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte anche in relazione alla sua recente interlocuzione diretta con il presidente della Repubblica Araba d'Egitto Abdel Fattah Al-Sisi".
Lo rende noto il presidente della Commissione parlamentare d'Inchiesta sulla morte di Giulio Regeni Erasmo Palazzotto.
"L'Ufficio di Presidenza riunitosi in via straordinaria in data odierna, cancellando l'audizione già programmata, ha altresì concordato di considerare l'audizione del presidente del consiglio dei ministri preliminare, sotto il profilo politico ed istituzionale, al proseguimento di ogni altra attività di indagine", sottolinea Palazzotto.
"Io penso che la famiglia Regeni faccia bene a rivendicare il suo diritto a chiedere giustizia per il figlio, la scelta del governo tradisce un po' le promesse che erano state fatte alla famiglia. A loro va tutta la mia vicinanza e il sostegno della commissione che presiedo", dice Palazzotto in un'intervista a 'Sono le Venti', il tg di Peter Gomez in onda questa sera alle ore 20 su 'Nove', riguardo alla notizia delle due fregate vendute all'Egitto dal governo italiano con un accordo da 9 mld del quale dice: "Siamo davanti a un export di armamenti imponenti, che, al netto della questione Regeni, apre una riflessione rispetto a qual è il modello economico con cui noi guardiamo al Mediterraneo. Penso che anche in un momento così delicato, non si possa mai pensare di sacrificare l'etica sull'altare degli interessi economici, anche in una fase difficile come quella post Covid"
A chi gli chiede le implicazioni della commessa con la crisi libica, "una fornitura di nave da guerra, pattugliatori, aerei, elicotteri, satelliti addirittura - osserva Palazzotto - a un Paese come l'Egitto, è in contraddizione rispetto alla dinamica geopolitica nel Mediterraneo". "Questa - premette - è una valutazione che io faccio non da presidente della Commissione d'inchiesta e a prescindere da caso Regeni. Noi oggi ci troviamo davanti a una crisi, quella libica, in cui l'Egitto è con il generale Haftar in uno schieramento opposto a quello che ci vede col governo di unità nazionale di al-Seraj".
"Con la vendita di 2 fregate Fremm al dittatore Al Sisi siamo di fronte al'ennesimo errore e all'ennesima occasione persa. Gli italiani sono stanchi delle innumerevoli promesse non rispettate dalle autorità egiziane. Vale per Giulio Regeni, vale per Zaki". Lo scrive su Facebook l'europarlamentare del gruppo Socialisti e Democratici Giuliano Pisapia, che aggiunge: "È comprensibile lo sdegno della famiglia Regeni quando dice di sentirsi tradita dal governo italiano".