L'equità territoriale e i bisogni dei territori per ampliare rappresentanza e partecipazione democratica. Intervista al circolo romano del Movimento 24 agosto
Mai come in questi mesi si è osservato quanto sia importante l’ambito territoriale nelle sue varie composizioni e nei suoi molteplici bisogni. Sanità, trasporti, agricoltura, i territori sono la prossimità sociale ed economica dei cittadini e ricopriranno sempre più in futuro spazi decisivi per la rappresentanza e la partecipazione democratica. Quello dei territori è pertanto un ambito strategico a cui è necessario porre le giuste attenzioni a partire proprio dalla recente emergenza sanitaria.
Ne parliamo con Francesco Di Giorno del circolo di Roma del Movimento 24 Agosto per l’equità territoriale. Movimento fondato da Pino Aprile. I circoli sono tanti e sparsi in quasi tutte le regioni d’Italia.
Vogliamo capire con te cosa spinge molti ad aderire al Movimento e collaborare con voi. Quindi ti faccio una prima domanda che può sembrare scontata:
Quali sono le istanze del movimento 24 agosto per l’equità territoriale, su quali assunti si basa?
Il movimento 24 agosto per l’equità territoriale vuole mettere al centro del dibattito politico ma anche culturale un concetto semplice ma allo stesso tempo concreto. Mettere in condizione di sviluppare i territori più vessati e quindi tutto ciò che ruota intorno ai territori (commercio, turismo, sanità, trasporti ad esempio) usufruendo delle stesse possibilità e opportunità riservate ad altri territori ritenuti più meritevoli.
Credi che questo non avvenga in Italia? Non c’è una equa distribuzione di risorse fra i vari territori?
Esatto, non c’è una equa distribuzione di risorse. Basti pensare che con le autonomie differenziate le regioni del Nord ricevono molti più fondi di quelli che ricevono le regioni del Sud e del Centro. Questo per il principio della “spesa storica” che sintetizzando afferma che tanto spendi e tanto hai diritto di ricevere. Ovvero ho speso un tot per tre asili a Reggio Calabria e riceverò soldi per quell’investimento. Ho 10 asili a Reggio Emilia e riceverò soldi per quello che ho.
In effetti è un esempio molto semplice ma diretto. Esistono però dei parametri standard da rispettare, i famosi LEP, Livelli Essenziali delle Prestazioni.
Sì, se non fosse che la loro applicabilità è rimasta sospesa. Si vuole far passare il principio delle autonomie senza la loro applicazione, proprio per sancire e blindare il principio della “spesa storica”.
E il Movimento 24 agosto come reagisce a questa volontà politica?
Abbiamo fatto blocco e manifestato per impedire che vengano attualizzate le autonomie senza prima approvare i LEP. E la manifestazione ha avuto il suo effetto. Non è un principio da poco, considera, come si evince dal rapporto Eurispes, che nel corso di diciassette anni il Sud non si è visto accreditare una somma pari a 840 miliardi. Il Sud avrebbe potuto investire sulla Sanità, sui Trasporti, sulla Scuola, su tutti quei servizi dove invece si è dovuto accontentare delle briciole secondo il principio sperequativo, quello “della spesa storica”.
Le regioni del Nord sono virtuose e investono bene e poi diciamolo al Sud c’è una presenza scomoda di una certa criminalità organizzata non ti pare?
Abbiamo tutti assistito in questo periodo di forzata reclusione a causa del Covid-19 come il “fu” traino della locomotiva Italia, il modello Lombardia è crollato. Non credo sia stato virtuoso tagliare posti letto e forza lavoro medica e infermieristica a favore della sanità privata. Abbiamo visto il disastro e le conseguenze di queste azioni. Il Sud ha la nomea e la presenza sul territorio di una certa criminalità organizzata, ma i veri affari queste associazioni li fanno dove ci sono i soldi. Non a caso uno dei casi di maggiore corruzione degli ultimi anni è stato l’Expo, per non considerare i circa 7 miliardi bruciati dell’opera incompiuta e mai lo sarà del Mose.
Parlavi di un modello Lombardia e del “fu” traino, non pensi possa essere ancora tale per l’Italia?
E’ evidente che non può essere questo ormai il modello. Ha fallito e si è scoperto che era il classico gigante coi piedi di argilla. I soldi che dovevano arrivare al Sud in questi anni sono stati dirottati al Nord ma per essere bruciati. Milano e la Lombardia ne sono un esempio. Andrebbe commissariata la Regione Lombardia e il Movimento 24 agosto Lombardia ha promosso un flash mob in tal senso il 23 maggio scorso. Se fosse successo a Napoli e alla Campania a quest’ora avremmo il commissario, ma in Lombardia stanno facendo di tutto per evitare che ciò avvenga, anzi vergognosamente stanno facendo di più.
Che cosa stanno facendo di così vergognoso e chi soprattutto?
Non è un segreto che il governatore Fontana abbia chiesto fondi per la ripresa della sua Regione, e non è un segreto che Bonomi, il nuovo presidente di Confindustria, abbia rincarato la dose dicendo che servono tanti fondi anche quelli destinati al Mezzogiorno. Uscì infatti una bozza dal Dipe, Dipartimento della programmazione economica, facente capo alla Presidenza del Consiglio, in cui era scritto che quei fondi per il Sud erano “sospesi”, un modo diverso per dire “destinazione Nord”. Ci siamo subito mobilitati mettendo in piedi una mail boombing verso tutti i parlamentari del Sud e verso i governatori del Sud affinché ci si mobilitasse insieme di modo che questo scandaloso atto di sciacallaggio venisse stroncato immediatamente. E va dato atto che anche i parlamentari del Sud del PD hanno firmato un documento unitario in tal senso. Lo stesso Ministro per il Sud e la coesione territoriale Giuseppe Provenzano ha dovuto specificare in Parlamento che “quei fondi non si toccano” in una lunga e articolata audizione.
Allora tutto risolto?
No, perché potrebbe sempre arrivare quella fantomatica “manina” che riscrive il tutto.
Ma non possiamo permettere che sotto gli occhi di un’Italia martoriata il modello Lombardia venga preso ad esempio di efficienza con l’avvallo di Confindustria. Bisogna ripartire e che si riparta da chi può farlo. Le Regioni del Sud hanno avuto il merito di reagire bene, perché non partire da questi territori? Ci dimentichiamo spesso che le importazioni ed esportazioni partono e passano dal Sud, la Basilicata ha il bacino petrolifero più grande d’Europa ma con le royalties più basse. Implementare la tratta ferroviaria Bari-Taranto favorirebbe sviluppo economico, scambi commerciali più veloci e intensi, si aiuterebbe il turismo e lo spostamento risulterebbe più agevole per le persone. Ma non abbiamo una tratta al Sud che possa fregiarsi di essere a percorrenza veloce, ad alta velocità. Per non parlare dell’assenza quasi totale delle linee ferroviarie in Sicilia. Zafferana Etnea in provincia di Catania è chiamata la capitale del miele. Ma chi lo sa? Solo i produttori di miele e di prodotti dolciari del Nord che lo acquistano, chissà poi se al giusto prezzo, per lavorarlo in fabbriche con sedi fiscali al Nord. La verità è che siamo una colonia. Lo siamo sempre stati noi al Sud.
Come può cambiare questo paradigma?
Il movimento 24 agosto ha contribuito a risvegliare coscienze sopite, a guardare alla storia d’Italia con occhi diversi. Noi vogliamo davvero un’Italia unita, che si parta dal collegarla con “equità” lasciando che anche al Sud si proceda a strutturare l’alta velocità, che si dia la stessa possibilità di investimenti su rotaie che hanno avuto a Nord. Matera, che è stata anche Capitale Europea della Cultura l’anno scorso, non ha un treno. Non ci si può arrivare in treno. Incredibile!
Ma adesso bisogna ripartire, è giunto il momento di rimboccarsi le maniche…
Bisogna investire a partire dal mezzogiorno, centro del mediterraneo dove confluiscono le opportunità di sviluppo di un mondo sempre più interconnesso. Cina, Medio ed estremo Oriente, Nord Africa, India. L’Italia per ripartire ha bisogno del mezzogiorno e di implementare la sua ricchezza logistica e infrastrutturale, per non dire strategica. Il cambio di visione deve essere anche strutturale ed investire anche la cultura. Il rispetto e la fiducia nei confronti dei meridionali è stata sempre tradita ed è stata sempre strumentalizzata la concezione del meridionale incapace, disorganizzato, fannullone. Va de-programmata questa concezione.
Scendendo più nello specifico, il circolo di Roma del Movimento 24 agosto quali obiettivi si pone?
Il circolo di Roma è attivo e aldilà del supporto alle azioni e ai programmi del direttivo nazionale ha per Roma degli obiettivi ben precisi. Te ne dico uno su tutti, con la promessa di dettagliare più in là il programma che abbiamo. Lanciare l’idea di Roma 21ˆ regione, renderla cioè autonoma dalla Regione Lazio, alleggerendo quindi quelli che possono essere i rapporti da ambo i lati. Spesso si sente parlare di blocchi di investimento (ad es. lato mobilità piuttosto che lato rifiuti) perché non ci si parla o non ci si vuole parlare tra Regione e Città. Questo superamento burocratico favorirebbe lo sviluppo sia della Città di Roma, ma anche della Regione e quindi delle altre province che spesso risentono della ingombrante presenza di Roma nel circuito della distribuzione di fondi. Roma avrebbe autonomia e fondi propri, quindi responsabilità proprie come si conviene ad una Capitale. Superiamo anche questo di paradigma?
Prima di salutarci vorrei aggiungere che il Movimento ha una pagina web. www.movimento24agosto.it dove è possibile non solo aderire iscrivendosi, ma andare nelle varie sezioni. Si parlava del piano economico di ripartenza post covid? Bene lo si trova nella sezione Economia, si parlava della mail per i fondi del mezzogiorno? La si trova sotto la sezione Politica. Il mio invito è consultare la pagina e contattare il Movimento 24 agosto per l’equità territoriale.