Inchiesta fondi Lega. Spuntano nuove "operazioni sospette"
Nel giorno in cui il commercialista Michele Scillieri inizia a parlare davanti ai pm, spuntano nuove «operazioni sospette» della Lega.
Lo staff dell’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, avrebbe ricevuto fondi da società che fanno capo ad Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, i due revisori delle casse del partito al Senato e alla Camera, finiti ai domiciliari per la vicenda della Lombardia Film Commission. La ricostruzione dei movimenti di denaro verso lo staff di Salvini è contenuta in una Sos (Segnalazione di operazione sospetta) dell’Uif di Bankitalia allegata agli atti dell’inchiesta milanese. Nella segnalazione, si rileva come la Vadolive srl, società che si occupa di pubblicità e che è stata in passato di «Vanessa Servalli, cognata di Di Rubba, di professione barista», abbia ricevuto bonifici sia dalla Lega Nord che da due società riferibili a Manzoni e Di Rubba: la Partecipazioni e la Studio Dea Consulting. «Tali fondi – prosegue la notadell’Uif – sono stati utilizzati per effettuare pagamenti in favore di alcuni membri dello staff del ministro Salvini: Luca Morisi, Leonardo Foa e Matteo Pandini».
Morisi è l’uomo della comunicazione «social», a capo di una squadra denominata «la Bestia» che realizza i post di Salvini sui vari social network. Nello stesso staff c’è Leonardo Foa, figlio del presidente della Rai Marcello Foa. In precedenza era emerso come a Morisi fossero arrivati fondi dal gruppo della Lega al Senato per una consulenza.
La Servalli, oltre al ruolo nella Vadolive, risulta anche essere stata amministratrice della Non solo Auto, un’altra della società riferibili a Di Rubba. Inoltre la stessa Servalli aveva la delega a operare sul conto della Taaac, altra società che aveva come titolari effettivi i due commercialisti e che compare spesso nelle carte dell’inchiesta milanese.
Nel frattempo, proprio nella giornata di ieri, si è tenuto il primo faccia a faccia tra il commercialista Michele Scillieri e i pm Eugenio Fusco e Stefano Civardi. Un incontro andato avanti per quasi otto ore, fino alle 17, in gran segreto negli uffici della Guardia di finanza. Il verbale è secretato ma «si è aperto uno spiraglio di collaborazione» che potrebbe far tremare il Carroccio.
All’anagrafe Michele Gaetano Arturo Maria Scillieri, 57 anni, fedina penale immacolata, ma per i magistrati «aduso a elaborare modelli finalizzati a sottrarre, fraudolentemente, al pagamento di imposte, società in stato di decozione, chiedendone illegittimamente la cancellazione dal registro delle imprese» è il commercialista che ha offerto il suo studio di via delle Stelline per registrare e domiciliare la Lega per Salvini Premier. Dopo gli arresti, il leader del partito lo ha “scaricato”, facendo intendere di non conoscerlo. A differenza di Manzoni e Di Rubba, lui non è un organico. Ma è vicino ai suoi contabili, soprattutto a Manzoni che ha lavorato nel suo studio fino al 2010 e, con lui, ha frequentato via Bellerio.
Ieri Scillieri, assistito dall’avvocato Massimo Dinoia, ha lasciato intendere di avere molto da raccontare. Ha aperto solo per poco quel suo «cassetto dei ricordi». Resta da capire se si tratta dell’ennesimo bluff del commercialista. O se davvero lì dentro sono nascosti segreti che possono far tremare i vertici della Lega.