Usa. Joe Biden è il 46esimo presidente degli Stati Uniti. Con 75 milioni di voti è il presidente più votato nella storia. "Onorato manterrò la fede che il Paese ha riposto in me". Trump non si arrende "Presto mia offensiva legale"

di redazione 07/11/2020 ESTERI
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Joe Biden è il 46esimo presidente degli Stati Uniti d'America. La notizia è stata diffusa dai media. "Dopo la vittoria della Pennsylvania- informa Cnn- Biden ha oltre 270" voti dei Grandi elettori. In particolare, secondo i conteggi di Ap, il candidato dem si è aggiudicato lo Stato con un vantaggio di 34.243 voti su Donald Trump. Ad aumentare, poi, il margine di vittoria di Biden è arrivato il Nevada, grazie al quale tocca i 290 Grandi elettori.

E con la Georgia potrebbe salire a 306.

"America, sono onorato che tu abbia scelto me per guidare il nostro grande Paese. Il lavoro che ci attende sarà duro, ma vi prometto questo: sarò un presidente per tutti gli americani, indipendentemente dal fatto che abbiate votato per me o no. Manterrò la fede che avete riposto in me". E' il primo tweet del presidente eletto. Biden ha invitato "ora che la campagna è finita, a mettere da parte la rabbia e la retorica aspra alle nostre spalle e unirci come nazione". In una nota, si è detto "onorato dalla fiducia che il popolo americano ha riposto in me e nella vicepresidente eletta Kamala Harris".  "Di fronte a ostacoli senza precedenti, un numero record di americani ha votato, provando una volta di più che la democrazia batte nel profondo del cuore dell'America", aggiunge Biden. Lui e la su vice, Kamala Harris, sono il ticket alla presidenza che ha incassato più voti nella storia americana. Mentre lo scrutinio è ancora in corso, hanno ottenuto già quasi 75 milioni di voti. All'annuncio della vittoria del candidato democratico, a Washington Dc sono cominciati i cortei di auto con i clacson spiegati attorno a Pennsylvania Avenue, la strada dove si trova la Casa Bianca. Trump: "Biden si affretta, ma non è ancora finita" Il presidente americano (uscente), Donald Trump, per il momento non riconosce la vittoria di Biden. "Biden corre a dichiarare falsamente la vittoria, ma le elezioni non sono ancora finite", ha dichiarato in una nota. Da lunedì battaglia in tribunale "Tutti sappiamo perché Joe Biden ha fretta di mostrarsi come il vincitore e perché i media suoi alleati stanno tentando così fortemente di aiutarlo: non vogliono che la verità emerga. La semplice realtà è che questa elezione è tutt'altro che chiusa" ha dichiarato Trump.

"A partire da lunedì la nostra campagna comincerà a portare avanti in tribunale il caso per garantire che le leggi elettorali siano totalmente rispettate e il vincitore vero sia insediato". Trump, sottolineano i media, non ha l'obbligo di ammettere la sconfitta, sebbene questo sia un passaggio considerato significativo per la pacifica transizione del potere. Intanto, da Philadelphia, Rudolph Giuliani, legale del tycoon, parla di brogli: "Non mi meraviglia che ci siano stati".   Giuliani ha parlato di "una situazione molto preoccupante" in Pennsylvania e in altri Stati dove a suo avviso si sono consumate "frodi elettorali di vario tipo", contro cui i Repubblicani lanceranno azioni legali. "Dietro di me ci sono una sessantina di osservatori dei seggi che testimonieranno che non è stato loro consentito di esercitare il diritto di ispezionare i voti per posta. E' illegale e incostituzionale. Non c'è stata alcuna ispezione, questi pichi potrebbero essere arrivati da qualsiasi parte, potrebbero essere stati compilati da chiunque, in Philadelphia hanno tenuto segreti i voti dei deceduti" e ci sono "300 mila schede che non sono state visionate da neanche un repubblicano", ha detto Giuliani. Kamala Harris telefona a Biden: "We did it, Joe" "We did it, we did it Joe. You're going to be the next president of the United States". Una Kamala Harris euforica, occhiali da sole e tuta Nike, telefona a Joe Biden e gioisce insieme al neo-eletto presidente degli Stati Uniti per la loro vittoria. E' questo il contenuto di un video di 8 secondi che la senatrice, che diventerà il primo vice presidente donna del Paese (oltre che la prima persona di colore a ricoprire questa carica), ha postato sul suo profilo Twitter.

"Ce l'abbiamo fatto, ce l'abbiamo fatta Joe. Sarai il prossimo presidente degli Stati Uniti", dice la Harris al telefono cellulare, prima di abbandonarsi a una liberatoria risata. Obama: orgoglioso di Biden e Harris, vittoria storica "Non potrei essere più orgoglioso di congratularmi con Biden e Harris per una vittoria storica" ha affermato Barack Obama, sottolineando che Biden "ha quello che serve per essere presidente. Quando entrerà alla Casa Bianca si troverà ad affrontare una serie di sfide che nessun presidente ha mai dovuto fronteggiare". Sassoli: il mondo ha bisogno di forte rapporto Ue-Usa "Il mondo ha bisogno di un forte rapporto fra Europa e Stati Uniti, di un rilancio delle relazioni transatlantiche in grado di affrontare le sfide che il nostro tempo ci presenta.

Al nuovo Presidente Joe Biden, i nostri auguri di buon lavoro" ha detto il presidente del Parlamento Ue, David Sassoli.   "Con la pandemia del Covid 19, è la prima volta che Europa e Stati Uniti affrontano una sfida globale senza una visione comune. E questo rende meno efficaci le nostre risposte", ha aggiunto. "Ma non è solo la pandemia a chiedere un rapporto più saldo e concertato. Abbiamo valori comuni, un forte attaccamento alla democrazia e alla libertà. Insieme possiamo lottare contro il cambiamento climatico, affrontare la transizione verde e la trasformazione digitale, impegnarci per la nostra sicurezza,contrastare il terrorismo e difendere i diritti umani. Un mondo con meno diseguaglianze è interesse comune", ha concluso Sassoli. Von der Leyen: "Congratulazioni, Ue e Usa amici" "Vivissime congratulazioni a Joe Biden e Kamala Harris per la loro vittoria alle elezioni presidenziali americane". E' il tweet della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. "Ue e Usa sono amici e alleati, i nostri cittadini condividono forti legami. Non vedo l'ora di lavorare con il presidente eletto Biden", ha aggiunto. "Middle class Joe" Non è stato semplice, ma questa volta "Middle Class Joe" ce l'ha fatta.

A 77 anni, il "migliore vicepresidente che l'America abbia mai avuto" (secondo Barack Obama) si prepara a entrare nell'Oval Office da 46esimo presidente degli Stati Uniti. Al comando di un'America divisa Dovrà prendere il comando di un'America divisa, polarizzata a livello istituzionale e sociale dopo quattro anni di presidenza Trump, commander in chief che ha usato le divisioni come arma e non come problema da gestire. Un Paese per giunta in preda alla pandemia da coronavirus e ai timori per le conseguenze sull'economia. Con Biden, alla Casa Bianca torna un veterano della politica: dal 2008 due mandati da braccio destro di Obama dopo una lunga carriera, iniziata nel 1972 con l'elezione al Senato per il Delaware (sei mandati) e passata per una candidatura alla presidenza nel 1988, naufragata nel plagio - confessato - di un discorso dell'allora leader laburista Neil Kinnock. Non sono mancate in tutti questi anni le critiche e ampi spunti per attacchi politici, dalle iniziali posizioni filo-segregrazioniste sulle scuole alla gestione del caso del giudice Clarence House accusato di molestie dalla collaboratrice Anita Hill e confermato alla Corte suprema nel 1991, con Biden alla guida del Comitato giustizia del Senato. Nel 1994 il neoeletto presidente difendeva strenuamente una legge anticrimine che molti suoi compagni del partito democratico considerano causa di troppe incarcerazioni e troppo lunghi processi.

Nel 2012 - ma questa va alla voce 'gaffes' di Joe Biden - si dichiarò favorevole ai matrimoni omosessuali giorni prima che lo facesse il presidente. Nato il 20 novembre del 1942 a Scranton, Pennsylvania, in una famiglia cattolica di origini irlandesi Joe Biden come nessuno sulla scena politica americana è stato 'plasmato' dal dolore e dalla tragedia della perdita di familiari. Nel 1972 la moglie Neila e la figlia più piccola, Naomi Christina, morirono in un incidente d'auto. E  Biden giurò da senatore dall'ospedale dove erano stati ricoverati i due figli sopravvissuti, Beau e Hunter. Nel 2015 Beau fu stroncato da un tumore al cervello. Dal matrimonio del 1977 con Jill Tracy Jacobs è poi nata la figlia Ashley nel 1981.Tutto questo ha influenzato, oltre al piano personale, le decisioni di Biden in politica, dalla sua carriera in Senato alla scelta di chiamarsi fuori dalla gara per la Casa Bianca nel 2016. Il dolore lo ha reso più empatico Gli amici del Delaware, chi ha lavorato con lui sostengono che Joe, anche 'grazie' a tutto il dolore macinato in vita, è diventato nel tempo più empatico, in grado di entrare in contatto immediato con la gente. Amplificando un'indole che parla delle radici working-class e dalla scuola cattolica frequentata. Per l'ex vicepresidente candidato alla Casa Bianca, l'Election day non poteva iniziare se non con una visita alla tomba del figlio Beau. "Lui avrebbe dovuto essere candidato alla presidenza, non io", ha detto l'ex vice di Obama durante la campagna. Il calore personale emanato da Biden non è solo un punto a favore: all'inizio della campagna per la presidenza è stato accusato da diverse donne di contatti fisici non richiesti e lui si è difeso sostenendo di essere una persona empatica. In qualche modo questo aspetto ha accresciuto l'impressione che 'Sleepy Joe' (copyright Donald Trump) non abbia sempre il controllo della situazione.

Le frequenti gaffes e gli inciampi linguistici non aiutano e più di una volta è stata messa in dubbio la sua sanità mentale. John Hendrickson, giornalista balbuziente che lo ha intervistato, sostiene che il vero problema sia proprio un problema di balbettamento mai superato, che il neo-eletto cerca di far passare come problema risolto e che invece lo manda spesso in tilt. Biden non avrà facile cammino da presidente. Il voto - e soprattutto la valanga di voti comunque ottenuti da Donald Trump - ha dimostrato una estrema polarizzazione nel Paese, confermata dalle elezioni per la Camera e parte del Senato. Del nuovo capo dello Stato si parla già come di 'lame duck president', l'anatra zoppa, sul fronte politico interno. Più facile che si faccia notare nel mondo: già ha promesso di reintegrare gli Usa negli Accordi di Parigi sul clima, dai quali l'America è ufficialmente fuori proprio da ieri, per volere di Trump. 


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