AstraZeneca nasconde 30 milioni di dosi del vaccino in Italia?

di redazione 25/03/2021 POLITICA
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In data 24 marzo 2021 le persone vaccinate in Italia sono meno di 3 milioni: meno di un ventesimo sul totale della popolazione. Sabato scorso metà dei cittadini adulti britannici aveva già ricevuto almeno la prima dose del farmaco. La speranza del Ministro della Salute Roberto Speranza – nonché del nuovo commissario per l’emergenza, il generale Figliuolo – di vaccinare tutti entro l’estate, sembra destinata a scontrarsi contro un’amara realtà: stiamo procedendo troppo lentamente. E questi ritardi, secondo alcuni esperti, rischiano di far saltare anche l’estate 2021 la quale potrebbe essere non dissimile – o forse peggiore – da quella che l’ha preceduta. Eravamo convinti che questa lentezza nella somministrazione dei vaccini fosse dovuta, soprattutto, alla mancanza di dosi. Ma, a quanto pare, non è così: nello stabilimento della Catalent – ad Anagni, nel Lazio – ci sarebbero la bellezza di 29 milioni di dosi del vaccino Astrazeneca. Perché non utilizzarle? Perché – ha rivelato il quotidiano torinese La Stampa – sarebbero destinate al Regno Unito.

Le autorità italiane hanno scoperto l’esistenza di questo stock di fiale in seguito a un’indagine scattata su segnalazione della Commissione europea. Tutto è partito dalla visita del commissario Thierry Breton  presso lo stabilimento di Leida – in Olanda – dove viene prodotto il vaccino di AstraZeneca destinato al mercato dell’Unione europea. Mentre ad Anagni avviene l’infialamento.  A inizio marzo, quando Breton ha visitato lo stabilimento olandese,  questo non aveva ancora ottenuto l’autorizzazione da parte dell’Agenzia europea del farmaco.  Ma – anche senza l’autorizzazione dell’Ema – la catena produttiva non si è mai interrotta e, nel frattempo,  le fiale di AstraZeneca – pronte ad essere iniettate -si sono accumulate nei magazzini. E oggi il risultato è questo: mentre in Italia meno di un ventesimo della popolazione è stata vaccinata, nei frigoriferi del magazzino di Anagni ci sono 29 milioni di dosi.

Dopo ore di polemiche che hanno coinvolto l'intero continente, per mettere insieme i pezzi di questa storia si è dovuto attendere il primo pomeriggio. Una nota di Palazzo Chigi - seppur in maniera estramamente sintetica - ha fatto prima chiarezza su alcuni punti chiave: "Nella giornata di sabato 20 marzo, la Commissione europea ha chiesto al Presidente del Consiglio Draghi di verificare alcuni lotti di vaccini presso uno stabilimento di produzione ad Anagni. Il Presidente del Consiglio ha informato il Ministro della Salute, Roberto Speranza, il quale ha disposto un’ispezione che si è tenuta tra sabato e domenica grazie all’opera dei Carabinieri Nas. Dall’ispezione è risultato che i lotti erano destinati in Belgio. Tutti i lotti in uscita vengono controllati dai Nas".

 
Sappiamo quindi che questi 29 milioni effettivamente esistono e sono in Italia. E sappiamo che sono destinate al Belgio e non all'Inghilterra. Poco più tardi, è stata una nota di AstraZeneca a far luce su altri elementi fondamentali per capire cosa effettivamente sia accaduto. Queste dosi, come spiegato dall'azienda anglo-svedese, sono state prodotti fuori dalla Ue e non nel sito di produzione olandese di AstraZeneca come riportato da La Stampa. Si trovavano ad Anagni, più in particolare presso lo stabilimento della Catalent, per la procedura di infialamento. Una volta infialate, come già spiegato da Palazzo Chigi, queste dosi verranno inviate in Belgio. Lì si trova infatti quello che, al momento, è l'unico sito di produzione del vaccino di AstraZeneca sul territorio Ue. Ed è qui che avviene il processo di controllo della qualità che precede la spedizione delle dosi.
 
AstraZeneca ha poi spiegato che, di questi 29 milioni di dosi, 16 milioni sono destinate all'Unione europea con le prime consegne previste già per la fine di marzo; mentre i restanti 13 milioni sono destinati al programma Covax di aiuto per i paesi in via di sviluppo. Nessuna di queste è quindi destinata all'Inghilterra. E non avrebbe potuto essere altrimenti dal momento che, per il meccanismo di trasparenza sull'export già in vigore da gennaio, nessuna dose avrebbe potuto lasciare il continente senza il placet della Commissione europea. 

Ma perché lo stabilimento dei Paesi Bassi non è ancora stato autorizzato dall’Ema? Le istituzione Ue sospettano che il ritardo da parte dell’azienda nel fornire dati e documenti necessari ad ottenere il via libera, sia solo una tattica per poter garantire al Regno Unito una corsia preferenziale nella consegna del vaccino. L’unica certezza è che 29 milioni corrispondono a quasi il doppio di quelle che AstraZeneca ha consegnato fino ad ora all’Unione europea. Infatti, al momento, la casa anglo svedese ha consegnato ai 27 Paesi Ue appena 17 milioni di dosi. Questo quantitativo di vaccini “ostaggio” del magazzino di Anagni potrebbe colmare i ritardi accumulati nella campagna di vaccinazione. Mentre al Regno Unito servirebbero solo per garantire , a breve, la seconda inoculazione a tutti.  Ma – da quanto asserito dai commissari Ue – AstraZeneca sembra tutt’altro che nella direzione di rispettare gli impegni presi. Nell’ultima nota ufficiale, la casa farmaceutica parlava di consegne per 30 milioni di dosi. Ad oggi non pervenute.


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