Fecondazione eterologa e matrimoni gay. Il nostro paese verso l'affermazione dei diritti civili?

di Massimo Lorito 12/04/2014 CULTURA E SOCIETÀ
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La Corte Costituzionale ha stabilito che il divieto di fecondazione eterologa è incostituzionale, dichiarando illegittima la norma della legge 40 del 2004 che vieta il ricorso ad un donatore esterno di ovuli o spermatozoi in caso di infertilità assoluta. Sulla questione tre tribunali, Milano, Catania e Firenze, avevano sollevato dubbio di costituzionalità. Cade così la norma più discussa e osteggiata da una larga porzione della società civile e professionale che segue alle ridefinizioni di altre norme contenute in quella legge, quali la questione della conservazione degli embrioni, della diagnosi pre-impianto, e del numero di embrioni da impiantare nell’utero materno.

Dunque sarà possibile ricorrere al materiale genetico di un terzo donatore se uno dei due partner è sterile. Restano valide le norme invece che vietano l’accesso alla fecondazione assistita per coppie fertili ma portatrici di patologie genetiche; e il divieto di accesso alla fecondazione assistita per single e coppie dello stesso sesso, e quello di ricerca su embrioni non idonei alla gravidanza. Su questi temi la Corte Costituzionale attende probabilmente la pronuncia della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo che dovrebbe arrivare entro l’estate.

I centri italiani dove dovrebbe finalmente attuarsi l’eterologa già dalle prossime settimane sono agitati però dalle divisioni sempre più nette tra medici e ricercatori favorevoli, che sembrano essere la maggioranza e quelli contrari che si richiamano ai dettami della Chiesa cattolica sul tema. Infatti il mondo cattolico è salito immediatamente sulle barricate. Famiglia Cristiana parla di "fecondazione selvaggia per tutti", di "ultima follia italiana". L'Accademia Pontificia per la Vita manifesta "sconcerto e dispiacere" e teme riflessi sia sulla coppia sia sul nascituro. Anche gli esponenti politici di area cattolica recalcitrano. E mentre il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin richiama alla dovuta riflessione sui un “tema di così complessa fattura”, l’associazione Coscioni sottolinea come la “sentenza ha valore di legge e non è oppugnabile", ora sia i centri pubblici sia quelli privati dovranno eseguire tecniche di fecondazione con donazione di ovociti e spermatozoi esterni alla coppia”.

Occorre ricordare proprio in corrispondenza della pronuncia della Consulta, come in questi anni migliaia di coppie italiane siano state costrette ad emigrare in altri paesi europei, soprattutto, Francia e Regno Unito per poter metter in atto la fecondazione eterologa, con conseguenze a loro danno di carattere economico e psicologico. In moti infatti hanno sovente raccontato di aver vissuto quell’esperienza come una sorta di fuga. La decisione della Corte non è di certo superfluo ricordare avvicina finalmente il nostro paese alla civiltà giuridica del resto dell’Unione e in generale dei paesi più civili e progrediti. Quella norma infatti a detta di molti osservatori sembrava accontentare eccessivamente il punto di vista del Vaticano ignorando i legittimi diritti della coppia.

La notizia sulla fecondazione si aggiunge a quella altrettanto rilevante che giunge da Grosseto dove il Tribunale ha detto si alla trascrizione nei registri comunali del matrimonio di Stefano e Giuseppe, giornalista e architetto, che avevano contratto matrimonio a New York nel dicembre del 2012. In tal modo automaticamente l’atto è diventato valido per la nostra legislazione. Il giudice ha sostenuto che non vi è nel nostro diritto civile una norma che vieti espressamente il matrimonio fra persone dello stesso sesso, né che la cosa sia di pericolo per l’ordine pubblico. Codice civile alla mano dagli articoli 84 all’88, non sono individuabili riferimenti circa il sesso per le condizioni necessarie per contrarre matrimonio. L’avvocato Boccini, legale della coppia ha dichiarato  che  “questa sentenza può diventare giurisprudenza e spalancare le porte a tanti altri casi analoghi”. Intanto il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio ha tenuto a precisare che impugnerà la sentenza.

Sebbene dunque i risvolti della vicenda siano tutti da decifrare a livello giuridico le associazioni gay, soddisfatte, già stanno pensando di sottoporre proprio alla Consulta la questione facendo presente alla suprema Corteperché una coppia dello stesso sesso è obbligata ad andare a sposarsi all’estero per vedere riconosciuti i propri diritti?

Questi ultimi sviluppi, al di là dei singoli casi e al di là del lungo cammino ancora da percorrere per affinare le relative legislazioni in materia di fecondazione e matrimoni gay, ci dicono che il nostro paese non può più permettersi di non affrontare le grandi questioni di civiltà che riguardano la diffusione dei diritti civili, della loro consapevole tutela e diffusione con l’obiettivo di creare una società libera e giusta così come previsto nella nostra Costituzione.

 



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