Processo a Erri De Luca, processo all'espressione del pensiero. Dove finisce la libertà di dissenso?

di Guia Fortuna 29/09/2015 CULTURA E SOCIETÀ
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La neoeletta Miss Italia ha potuto manifestare, tra le incertezze dovute all’emozione, il suo desiderio di vivere il periodo storico della Seconda guerra mondiale, confidando nel fatto che essere donna l'avrebbe risparmiata dal combattere, ma sottovalutando in questo modo, il ruolo fondamentale che il “gentil sesso” ebbe durante il conflitto, ad esempio nella Resistenza.

 La bellissima nostrana che sta forse subendo una punizione troppo pesante per le sue dichiarazioni, ha potuto esprimerle perché fortunatamente, nel nostro paese, esiste la libertà di pensiero e di opinione. In quasi tutti i programmi televisivi ad esempio, da tempo, oltre la platea muta si possono esprimere, dalla massa urlante, slogan più o meno populisti che scatenano l’ilarità generale, pronunciando concetti al limite dell’ignoranza e che alimentino con opinioni razziste i più bassi istinti umani.

 Ma cosa dicono gli italiani al di fuori dello schermo? Somigliano davvero così tanto allo stereotipo cui un certo servizio pubblico vuole ridurli?

Sembrano un altro popolo, i professori che protestano in piazza contro la Buona scuola, gli abitanti delle coste adriatiche che si battono contro le trivellazioni in mare o i cittadini che vogliono conoscere le verità scomode del proprio paese.

Ultimamente in Italia, si mal digeriscono proteste ed opinioni pro ambiente e bene comune. La più indigesta è sicuramente quella che si oppone alla tratta ferroviaria veloce Torino Lione, meglio conosciuta come Tav.

La popolazione residente in Val di Susa, lotta contro quest’opera  dall’inizio degli anni novanta, perché convinta sia costosissima, inutile e pericolosa per l’ambiente e la salute, dato che i lavori di scavo attraversano rocce contenenti  uranio ed amianto, le cui polveri si libererebbero nell’atmosfera. A poco sono valse rassicurazioni e confronti con le aziende e il governo italiano, che nel frattempo ha decretato la  Torino - Lione un’opera di interesse strategico per il paese, da portare quindi a termine ad ogni costo.

La protesta, che negli anni si è sviluppata dalla difesa di un territorio alla rappresentazione di interessi più generali in fatto di ambiente e bene comune, è diventata scomoda così come chi ne parla.

È il caso dello scrittore Erri De Luca, che sta subendo un processo per aver pronunciato il verbo “sabotare” in una dichiarazione inerente alla costruzione della Tav.

Viene spontaneo domandarsi allora perché non si processino tutti coloro che quotidianamente, attraverso i mezzi di comunicazione, istigano al razzismo e a delinquere contro la cultura e le più elementari regole di buona convivenza?

Uno dei nostri intellettuali, la vera ricchezza del paese, é tacciato di essere un teorico della sovversione, per aver espresso la propria opinione circa un’opera di infrastruttura legittimamente considerabile controversa e per non essersi allineato ad un certo conformismo di pensiero, tanto in voga di questi tempi.

De Luca ha avuto il coraggio della "parola contraria" che è il titolo del libro nel quale spiega i motivi della sua incriminazione ma anche e fatto più importante, la protagonista del processo.

Schierato con chi lotta contro la Tav, ora lo scrittore, si trova in prima linea per la difesa non di sé, ma della libertàd'opinione.

A sostenerlo c'è la gente comune, quella a cui la politica non parla più, che si ritrova alle udienze e legge stralci del suo libro, comprato da più di centomila lettori, segno evidente, insieme a tanti altri, che la società civile ha un'altra idea di come debba svilupparsi il paese in cui vive.

C'è chi dice che i soldi per terminare la linea veloce Torino - Lione non ci siano più. Le parole di Erri invece, invece rimarranno.

 



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